SINTESI
La Musica Aiuta A Conoscersi Meglio: ACCORDIAMOCI.
Musicoterapia Attraverso Una Metodologia D’insieme Per Una Comunità Alpina Integrata.
Origine del progetto è la presa di coscienza di alcune criticità comuni alle due aree di frontiera: invecchiamento della popolazione e incidenza delle patologie dementigene, scarsità di approcci terapeutici efficaci. La sfida comune è fornire soluzioni concrete alle criticità individuate al fine di migliorare la qualità della vita della popolazione dell’area alpina transfrontaliera. Il progetto consentirà di indagare lo stato ed i bisogni della popolazione anziana, con particolare riguardo ai soggetti affetti da decadimento cognitivo, e gli effetti della sperimentazione della musicoterapia come prevenzione e cura delle demenze al fine di individuare modalità di cura innovative e alternative all'istituzionalizzazione dei pazienti e nuove forme di assistenza. Risultati del progetto saranno la costituzione di una rete sociale che opererà nell’ambito dell’assistenza all’anziano, all’interno della quale le due realtà transfrontaliere possano dialogare e scambiarsi informazioni ed esperienze, studiare la casistica, attraverso analisi qualitative ed attivare nuove forme di cura e assistenza in ambito terapeutico per le patologie dementigene. “Accordiamoci” mette a confronto istituzioni operative in ambito socio sanitario nell’area di confine, che dialogano e lavorano insieme verso la costituzione di un’area alpina unificata e inclusiva che consenta ampio accesso ai servizi essenziali alla persona, in risposta alla marginalità dei territori.
DURATA PROGETTO
35 mesi
DATA INIZIO
13/10/2020
DATA FINE
29/9/2023
ASSE
ASSE 4 - SERVIZI PER L’INTEGRAZIONE DELLE COMUNITÀ
OBIETTIVI
4.1 Incremento delle soluzioni condivise per migliorare l'accessibilità dei servizi sociali di interesse generale sui due lati della frontiera, in particolare a vantaggio delle fasce maggiormente vulnerabili o a rischio di discriminazione
AZIONE
A) Iniziative per accrescere la qualità e la fruibilità dei servizi sociali e sanitari
GRUPPI TARGET
Secondo le stime dell'European Brain Council, il costo totale di tali malattie in Europa ammonta a 798 miliardi euro annui. “Un trattamento che ritardi la progressione della malattia del 50% comporterebbe una diminuzione dei malati negli stadi avanzati, con conseguente miglioramento del livello di vita per molti malati, sia quantitativamente che qualitativamente”. Le attività prevedono condivisione e collaborazione tra servizi socioassistenziali, territoriali e residenziali, tra il partenariato nonché tra i cittadini. Le attività saranno integrate da analisi continue sui confronti fra realtà transfrontaliere, situazioni territoriali, residenziali e domiciliari, considerando la normativa vigente in entrambi i paesi, il rilievo dei bisogni intercettati dell’area territoriale. Particolare attenzione sarà affidata al monitoraggio e al nascere di nuove condizioni di bisogno, in particolare delle famiglie, sulle quali, il carico dell’assistenza del malato ricade ancora in maniera rilevante. Grazie all’indagine qualitativa sarà possibile tracciare le evoluzioni dei flussi quali-quantitativi, cogliere i “segnali” delle emergenze e l’organizzazione dei servizi allargati. A tale scopo l’inquadramento di tutti i servizi avrà la logica della rete integrata e sarà orientata ad un equilibrio dinamico in continuo adattamento del rapporto domanda offerta di prestazioni, figure professionali e loro evoluzione. Le attività saranno attuate mediante la realizzazione di un gruppo di lavoro tecnico e si affiderà un ruolo d’eccezione ai principali stakeholder. Destinatari interni: strutture sociosanitarie coinvolte, enti locali e servizi sociali, operatori sociosanitari dei vari ambiti progettuali; Destinatari esterni: popolazione in particolare le categorie a rischio di esclusione o discriminazione (soggetti con deterioramento cognitivo); famiglie e comunità che beneficeranno di una maggior offerta di nuovi e migliori servizi anche per migliorare la qualità della vita
STAKEHOLDER
Lo sviluppo locale di tipo partecipativo è favorito dal progetto “sanità a confronto” che ha consentito di evidenziare criticità proprie del sistema locale indirizzando le strategie territoriali attraverso un processo bottom-up, tenendo quindi conto delle criticità, delle esigenze e dei bisogni espressi e latenti della popolazione; ciò significa che la preparazione del progetto ha coinvolto attivamente uno spaccato rappresentativo della comunità locale dell’ambito socio assistenziale che ha assunto il ruolo di stakeholder. Il coinvolgimento dei cittadini e la partecipazione dell’utenza ai processi di studio e sperimentazione di percorsi terapeutici, cura e riabilitazione si caratterizzerà per il ruolo di ispiratori di fiducia e compliance, aumentando la loro diretta responsabilità nel funzionamento dei servizi e determinando il cambiamento/miglioramento. Nel quadro delle strategie di empowerment saranno avviate iniziative atte a diffondere nuovi servizi e rete fra i soggetti territoriali, domiciliari e non, e un coinvolgimento come asse portante del sistema locale. Lo slogan "accordiamoci” sintetizza l’obiettivo primario delle azioni, dei metodi realizzativi e degli strumenti utilizzati, volti a individuare soluzioni condivise per migliorare la qualità dei servizi sociali e la vivibilità nelle aree alpine. I tavoli di lavoro e confronto saranno lo strumento della rete sociale per coinvolgere il personale sociosanitario pubblico e privato in entrambi i lati della frontiera.
Gli stakeholders principali sono famiglie, cittadini, organizzazioni di rappresentanza dei cittadini, associazioni di volontariato, enti locali e personale sociosanitario. La governance istituita si caratterizza come multilivello con apertura ai cittadini, alle parti sociali e al territorio.
PARTNER DI PROGETTO
Fondazione Casa di Riposo Città di Chiavenna ONLUS / VALCHIAVENNA / Centro Sanitario Bregaglia / PIURO
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Il progetto prevede espressamente interventi di natura immateriale legate alla creazione di modelli socioassistenziali volti a salvaguardare la qualità della vita delle popolazioni residenti nelle aree di confine. Il progetto produrrà effetti positivi sulla mobilità locale in quanto grazie al potenziamento dei servizi socio-sanitari locali derivante dalla collaborazione delle due strutture si eviteranno lunghi spostamenti per raggiungere i servizi sanitari fuori area, elemento che assume carattere rilevante, in situazioni di emergenza legata a calamità naturali, caratteristica a cui l’aria è sottoposta con grave rischio. Inoltre l’acquisto di un mezzo di trasporto per gli spostamenti degli utenti anziani verso i centri di assistenza e aggregazione garantirà la riduzione degli spostamenti individuali; il nuovo automezzo sarà acquistato tenendo conto delle moderne tecnologie a baso impatto ambientale (gpl, elettrico, bifuel ecc..). Infine, garantendo servizi essenziali alla popolazione ed alle famiglie si evita lo spopolamento del territorio ed il conseguente presidio favorendo il dissesto idrogeologico.
CAPOFILA ITALIA
Fondazione Casa di Riposo Città di Chiavenna ONLUS
CAPOFILA SVIZZERA
Centro Sanitario Bregaglia
VALORE TOTALE DEL PROGETTO
€ 652.020,03
CHF 35.006,20
CONTRIBUTO PUBBLICO FESR
€ 605.198,01
CONTRIBUTO PUBBLICO NAZIONALE ITALIANO
€ 46.822,02
WORKPACKAGES
1) PREPARAZIONE DEL PROGETTO
2) COORDINAMENTO E GESTIONE
La definizione del Progetto ha seguito una metodologia definita e coerente ma flessibile, adattabile ad esigenze e definizione di obiettivi, contenuti, risorse finanziarie e partenariato in relazione al tema affrontato. Il Progetto nasce dai tavoli di lavoro INTERREG e rappresenta un risultato atteso del tavolo stesso, che ha messo in luce alcune criticità comuni alle aree di progetto, spingendo gli attori coinvolti a studiare ed individuare percorsi comuni di cura in relazione al tema dell’invecchiamento della popolazione, ai conseguenti deterioramenti cognitivi individuando sinergie che, opportunamente integrate, possano non soltanto eliminare i reciproci punti deboli ed empasse, ma possano addirittura creare valore aggiunto in ambito socio sanitario per le comunità di montagna, creando modelli di cura e nuovi approcci terapeutici e garantendo un servizio sanitario dignitoso anche nelle aree periferiche e solitamente disagiate. Si tratta di garantire la capillarità di un servizio indispensabile per la tenuta sociale del territorio (da ambedue i lati della frontiera) investendo tempo ed energie nel mantenimento e nel potenziamento dei necessari requisiti di qualità e sicurezza. Il progetto che assume gli obiettivi della strategia EUSALP ovvero il mantenimento della popolazione nelle aree alpine in contrapposizione alla generale tendenza all’abbandono a causa di scarsa accessibilità, perdita di servizi essenziali di cittadinanza e rarefazione del tessuto produttivo, intende proporre un modello di politiche integrate per indagare e sperimentare modelli terapeutici orientati a garantire la qualità della vita della popolazione residente. Lo sviluppo della strategia di cooperazione sarà orientata a creare una rete sociale transfrontaliera attraverso un coordinamento globale di tutte le attività del progetto dove ciascun partner apporterà per il proprio ambito di competenza un differente apporto, per raggiungere obiettivi e risultati attesi. L’attività include la definizione di un piano d'azione per le attività di progetto, il monitoraggio delle attività e parallelamente il monitoraggio degli effetti ed impatti della sperimentazione, la verifica del raggiungimento dei risultati attesi di ciascuna attività e l'integrazione complessiva di tali risultati nonché la rendicontazione delle spese. L’attuazione coerente del coordinamento tecnico si rifletterà nella rapida identificazione di eventuali problemi e possibili adattamenti delle attività alle reali necessità ed evoluzioni; i temi affrontati richiedono la capacità di leggere le situazioni ed adattarsi per garantire risultati reali che coincidano con gli effettivi bisogni. Per massimizzare il valore delle azioni progettuali, saranno attuati processi partecipativi, con il coinvolgimento degli attori e delle comunità locali coinvolte per definire una Governance di progetto che rappresenta il valore aggiunto transfrontaliero, attraverso la definizione di processi che consentono l’attuazione degli obiettivi assicurando correttezza, efficacia ed efficienza dei processi di gestione. La struttura organizzativa vedrà la costituzione di un Tavolo di Coordinamento Transfrontaliero e di Gruppi di lavoro multidisciplinari. Tavolo di Coordinamento: composto dai referenti dei partner di progetto ma potrà essere ampliato in caso di necessità coinvolgendo i servizi territoriali, le parti sociali, gli stakeholder, gli esperti su scala nazionale sul tema della musicoterapia al fine di garantire un’efficiente realizzazione dei processi e dei risultati ed un approccio multidisciplinare; al tavolo il compito di definire le Linee guida fondamentali per avviare le fasi progettuali, garantire il rispetto dei ruoli e il flusso di conoscenze e informazioni; Gruppo di lavoro: composti da figure professionali dotate di adeguate competenze multidisciplinari, per assicurare l’espletamento delle diverse azioni di progetto.
3) COMUNICAZIONE
La comunicazione persegue l’obiettivo primario di agevolare la circolazione di informazioni, essendo parte integrante e fondamentale per la buona divulgazione e per un esito positivo del progetto al fine di assicurare la massima visibilità delle azioni intraprese; è anche strumento di promozione ed informazione nonché di sensibilizzazione dell’utenza a target diffusi, interna ed esterna, con processi off line e on line, in un quadro di valorizzazione del progetto “Interreg” Italia-Svizzera e delle istituzioni che lo sostengono. Il piano di comunicazione, in coerenza con la filosofia del progetto, riprenderà i temi del piano di comunicazione INTERREG: Inclusione rivolta a tutti i cittadini; Diversità: differenziazione e peculiarizzazione degli approcci in quanto il tema socio sanitario richiede attenzione ad elementi e metodi comunicativi, rendendo necessaria una politica di comunicazione personalizzata; Partecipazione: i temi trattati riguardano invecchiamento, fragilità e demenza, ovvero temi riguardanti le persone e le famiglie. Nello specifico la comunicazione del progetto verrà attivata anche attraverso lo sportello sociale ed il coinvolgimento del Centro Allegria. Le attività quindi saranno definite da una cabina di pilotaggio che programmerà attività diverse tra loro ma complementari e coordinate per una precisa idea creativa supportata da messaggi, immagini, elementi grafici e slogan, dentro una strategia scaturita dall’analisi di strumenti di comunicazione integrata selezionati e definiti. Il piano di comunicazione sarà impostato per raggiungere una platea di beneficiari mirata, tra cui in prima istanza cittadini e famiglie (siano essi parte della comunità locale, semplici cittadini, studenti, docenti, enti, organizzazioni di categoria, consorzi) o invece soggetti esterni alla realtà territoriale, tutti comunque interessati al bacino geografico di pertinenza operativa e organizzativa del progetto. La strategia di comunicazione assumerà una dimensione globale, poiché dovrà anche tenere in considerazione la diffusione dei risultati di progetto e di monitoraggio degli effetti al fine di veicolare i “risultati” di un approccio terapeutico non tradizionale che si prefigge l’ambizioso risultato di impattare sulla qualità della vita dei soggetti affetti da demenza, sulla qualità della vita dei famigliari, sulla qualità dei servizi essenziali nelle aree di confine e ed infine sull’abbattimento dei costi sociali e sanitari (i costi economici e sociali di una “malattia familiare). Il progetto di ricerca e le ricadute definiranno la struttura ed il contenuto dei messaggi da veicolare. La disseminazione dei risultati implica un rapporto di lungo periodo con gli stakeholders, i quali provvederanno a fornire feedback in itinere al fine di migliorare il messaggio. Il piano di comunicazione si propone di raggiungere i seguenti obiettivi: diffondere informazioni sia sul progetto in generale sia su attività di ricerca sui nuovi servizi e prodotti specifici sviluppati all’interno di esso, evidenziandone valore aggiunto e innovatività; aumentare la consapevolezza circa l’importanza dei processi di coesione ed integrazione fra le aree alpine; rafforzare ed ampliare il coinvolgimento e la partecipazione dei gruppi target; rafforzare i rapporti tra i partner di progetto al fine di raggiungere i risultati previsti; pubblicizzare il finanziamento secondo le regole e le linee guida previste dall’autorità di gestione informando sulle azioni sviluppate per lo sviluppo dei territori e dei cittadini. L’apice dell’azione di comunicazione sarà la realizzazione di un Convegno che presenterà il progetto e i risultati della ricerca e delle attività di confronto, che verranno condivisi con il Global Dementia Observatory, una piattaforma web attiva dal 2017 realizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) utilizzata per offrire accesso ai dati e alle informazioni sulla demenza nei diversi Paesi membri.
4) VERSO UNA COMUNITÀ ALPINA INCLUSIVA. L'IMPORTANZA DELLA RICERCA E DELLA VERIFICA: DAI RISULTATI OTTENUTI AI PROCESSI ATTIVATI
La letteratura mondiale sullo stato delle Alpi mette in evidenza un tema cruciale per il territorio alpino legato ai i mutamenti demografici: l’esigenza di definire una politica di sviluppo sostenibile incentrata sull’individuo, sulle persone che vivono nello spazio alpino e sui loro bisogni è posto al centro delle strategie dei paesi europei. Le attuali condizioni economiche e sociali, che assicurano un’aspettativa di vita più lunga, giustificano la crescente attenzione verso la vecchiaia in generale, e verso l’Alzheimer che per gravità, diffusione e ricadute sociali, si associa ad una malattia sociale. Il tema sfida i sistemi di Welfare dei Paesi sviluppati e rappresenta una sfida per la ricerca, in tutti gli ambiti, dalla quella genetica a quella clinica e farmacologica fino ad arrivare alla ricerca nel campo dell’arteterapia. L’area del progetto, al pari di tutte realtà alpine vive i mutamenti demografici con preoccupanti interrogativi sul futuro delle aree di montagna. L’obiettivo specifico individuato propone di Incrementare soluzioni condivise per migliorare l’accessibilità, la fruizione e la qualità dei servizi sociali sui due lati della frontiera, a vantaggio delle fasce maggiormente vulnerabili a rischio marginalità individuata nei soggetti affetti da deterioramento cognitivo e loro famiglie. Allo scopo si propone di attivare azioni di studio, ricerca, e sperimentazioni di musicoterapia, sensibilizzando ad atteggiamenti inclusivi nei confronti di malati di Demenza. L’approccio diagnostico sarà realizzato attraverso incontri con esperti in geriatria, finalizzati alla diagnosi. Saranno realizzate ricerche quali quantitative per raccogliere e descrivere la situazione delle demenze nelle aree di frontiera con approcci qualitativi per raccogliere storie e situazioni di familiari di soggetti affetti da Demenza, per evidenziare bisogni e criticità. L’attività di ricerca consentirà di creare una Rete Sociale, che porti la comunità alpina ad acquistare consapevolezza delle problematiche sociali dei deterioramenti cognitivi, combattendo lo stigma e favorendo l'inclusione sociale dei malati e delle famiglie. In questa direzione la ricerca definirà spazi di operatività considerando in prima analisi il raffronto fra il sistema italiano ed il sistema svizzero in particolare l’approccio terapeutico ed assistenziale nella cura delle demenze, il raffronto regionale e nello specifico la situazione nel territorio di confine, attraverso l’analisi di casi e di dei modelli organizzativi e dei quadri normativi di riferimento, delle modalità di approccio alle sfide comuni in risposta all’invecchiamento e alla perdita di popolazione, nonché al tema della marginalità delle aree di confine. La finalità del wp è la Costituzione di una rete di soggetti che operano nell’ambito dell’assistenza all’anziano, dove i territori della Bregaglia e della Valchiavenna possano dialogare integrando le proprie competenze ed esperienze e studiando le dinamiche delle demenze. La metodologia della ricerca prevede una prima parte di analisi territoriale, la valutazione delle incidenze, l'individuazione, dei fattori di rischio genetici ed ambientali, la definizione dei criteri per una diagnosi precoce della malattia, e l'identificazione di strategie terapeutiche. Parallelamente sarà realizzata un’indagine/monitoraggio sulla musicoterapia e sugli effetti terapeutici. I risultati della ricerca permetterano di pianificare un programma di cura, prevenzione della malattia di Alzheimer, e di costruire delle banche dati. Sarà quindi effettuata, una valutazione del sistema di servizi per pazienti affetti da demenza al fine di qualificarlo e, soprattutto, sperimentare nuove forme di assistenza. Il progetto sarà realizzato con il coinvolgimento di tutti gli attori nelle scelte di politica socio-sanitaria, pubbliche e private, in veste di stakeholder.
5) UNA RETE SOCIALE: EMPOWERMENT DI UN TERRITORIO
La demenza è una delle principali cause di invalidità in età avanzata e la sindrome di Alzheimer rappresenta il 60% delle patologie dementigene. La difficoltà di reperire dati attendibili, che si auspica possano emergere dalle ricerche condotte, fanno stimare che in Valchiavenna le famiglie con un congiunto affetto da decadimento cognitivo rappresentino il 4,7% della popolazione over65, in Svizzera l’incidenza dei soggetti con demenza secondo la Federazione Alzheimer è pari a 154700, circa 3955 in Bregaglia. L’OMS ha adottato il Piano Globale sulla Demenza 2017–2025 aprendo una nuova prospettiva su ricerca, assistenza e terapia che ribadisce che la demenza non è l’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento e invita i governi a impegnarsi per una maggiore prevenzione, consapevolezza della demenza, riduzione del rischio, diagnosi e assistenza, supporto ai familiari e ricerca. Questi elementi sono stati trattati nei tavoli di lavoro realizzati fra i partner dove in particolare la Casa di Riposo di Chiavenna, l’Ufficio di piano della Comunità Montana ed il Centro Sanitario Bregaglia, si sono confrontati approntando una strategia comune. Da una riflessione su bisogni e scelte delle famiglie in merito all’assistenza del proprio congiunto emerge che: è assente in Valchiavenna una risposta residenziale destinata esclusivamente a persone affette da demenza; è assente una risposta diretta al care-giver, e non sono rilevabili in maniera oggettiva dati attendibili. Le ricerche e le analisi condotte dovrebbero fornire un inquadramento generale del territorio sulla situazione del territorio: si cercherà di descrivere lo stato attuale, ma soprattutto di individuare i punti di rottura e i percorsi di successo che possono innescare positivi cambiamenti negli anni futuri. Si ritiene, pertanto indispensabile affiancare alle ricerche efficaci misurazioni del monitoraggio ed analisi dei processi in atto, facendo interagire i soggetti che vivono il territorio, facendo emergere fabbisogni espressi dalla popolazione, dagli enti pubblici (in veste di “sensori del bisogno”), e dalle famiglie locali e cogliere o provocare cambiamenti attraverso processi ed azioni innovative di approccio al bisogno considerando, focalizzando l’attenzione sui deterioramenti cognitivi. Il progetto è orientato ad avviare interventi di musicoterapia nei pazienti con demenza con approcci differenti e nei diversi stadi della demenza: nei soggetti in casa di cura, nei soggetti dei nuclei protetti, nei soggetti ospedalizzati, nei soggetti a domicilio e nei soggetti nei centri di aggregazione anziani: attraverso la musicoterapia si propone, in generale, di gestire e ridurre i disturbi comportamentali e migliorare o mantenere le capacità cognitive residue. Inoltre, agendo sugli aspetti di comunicazione, relazione ed affettività, favorire il mantenimento del senso di identità, facilitando la percezione del mondo. Al fine di avviare l’attività di musicoterapia sarà necessario disporre di una area dedicata nella RSA, accogliente e acusticamente idonea, in un ambiente confortevole, dotata di una serie di strumenti differenti proposti in relazione alla situazione dell’utente, in grado di rispondere alle differenti capacità psico-fisiche. Lo strumentario di base, differenziato comprende una serie di strumenti tra cui tamburi (di diverse misure, forme, colori), maracas, sonagli, triangoli, legnetti, corone, pianoforte, la chitarra, gli archi in generale, le tastiere. Sarà altresì attrezzata un’area dedicata nel Centro anziani, finalizzata a sviluppare un servizio territoriale di musicoterapia. Parallelamente sarà avviato uno sportello sociale, gestito dall’Ufficio di Piano, attivato nei momenti di incontro in RSA come punto di contatto accessibile per le persone del territorio che necessitano di informazioni, orientamento ed accesso ai servizi territoriali alla persona.
MODULO AGGIUNTIVO COVID (MAC)
Il MAC nasce allo scopo di dare una risposta al bisogno palesato dalla popolazione locale che ha contratto l’infezione da SARS-CoV-2 e che presenta sintomi residuali e persistenti della malattia, quali: dispnea per sforzi moderati, facile affaticabilità, vertigini e instabilità posturale, dolore muscolare e articolare, ansia e depressione.
Nell’attuale contesto organizzativo dei servizi sanitari mancano iniziative finalizzate alla valutazione dei sintomi sopra individuati e al loro trattamento attraverso un’attività di riabilitazione specialistica.
Il modulo COVID assume l’idea forza del progetto iniziale, integrandolo con le necessità sopraggiunte in itinere attraverso la proposta di un servizio che si configura come un modello sperimentale replicabile.
Partner coinvolti nel MAC:
Fondazione Casa di Riposo Città di Chiavenna Onlus
Comunità Montana della Valchiavenna