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C4C-CITY FOR CARE

SINTESI
City For Care. La Cura Degli Anziani E L’invecchiamento Attivo Nello Sviluppo E Nella Pianificazione Delle Città Del Futuro: La Comunità Di Cura Diffusa Come Sperimentazione Locale.
Nel 2035 circa il 20% della popolazione over65 sarà a rischio di manifestare disfunzioni cognitive. Occorre un cambiamento culturale che promuova l’invecchiamento attivo e innovi i servizi. Sulla scia del progetto Interreg Brainart, City 4 Care propone soluzioni innovative per la prevenzione, la riabilitazione e la cura; sensibilizzando e attivando la popolazione di 2 comunità test in Italia e Svizzera e dando strumenti di sostegno alle famiglie coinvolte/travolte dalla malattia di un proprio caro. La presenza di 2 enti ospedalieri e di governance locale contribuirà al modello di trasferimento transfrontaliero.
Il tema del benessere urbano è la premessa per un ingaggio dei cittadini che superi barriere generazionali e settoriali. Un’effettiva “Comunità di Cura Diffusa” si crea allargando alla comunità la responsabilità di promuovere le condizioni del benessere individuale e collettivo. A tal fine C4C individua 3 vettori sinergici: la ricerca scientifico\artistica (sviluppando tecnologie per la riabilitazione post-stroke tramite movimento e musica), la realizzazione di percorsi artistici e formativi per il superamento dello stigma sociale e dell’impairment e la co-creazione di pratiche preventive e sostenibili attraverso il cibo e la cultura del benessere. C4C risponde agli obiettivi 1-3-10-11 dei 17 goal di sostenibilità ONU, al documento sull’Urban Health di Regione Lombardia e anticipa i pilastri di sviluppo 2021-2027 sulla connessione tra sviluppo culturale e benessere.

DURATA PROGETTO
35 mesi

DATA INIZIO
9/11/2020

DATA FINE
30/9/2023


ASSE
ASSE 4 - SERVIZI PER L’INTEGRAZIONE DELLE COMUNITÀ

OBIETTIVI
4.1 Incremento delle soluzioni condivise per migliorare l'accessibilità dei servizi sociali di interesse generale sui due lati della frontiera, in particolare a vantaggio delle fasce maggiormente vulnerabili o a rischio di discriminazione

AZIONE
A) Iniziative per accrescere la qualità e la fruibilità dei servizi sociali e sanitari

GRUPPI TARGET
La “comunità di cura diffusa” è formata da una pluralità di cittadini con professionalità diverse e una serie di enti pubblici e privati quali: le strutture sanitarie, della formazione, le associazioni professionali, gli esercizi commerciali collegati all’alimentazione e alla cura, le associazioni di volontari, i sindacati e altri ancora.
Un ampio pubblico è destinatario diretto delle attività delle azioni previste in ambito artistico e socio-culturale. Con approcci innovativi, art-based, si agisce per l’inclusione di persone vulnerabili e persone anziane con decadimento cognitivo nei luoghi di socialità, allo scopo di abbattere barriere culturali e aprire gli spazi di cultura spesso di difficile fruizione.
La sperimentazione delle forme riabilitative post stroke, inoltre, vede come destinatari diretti delle attività le persone con incidenti cardiovascolari (ictus).
In questo focus sperimentale il personale curante e i caregiver informali (famigliari o volontari) partecipano ai processi riabilitativi e sono parte del gruppo dei destinatari indiretti, in quanto l’applicazione della strumentazione tecnologica determinerà un impatto (da misurare) sulla qualità di vita della persona affetta da demenza e su quella di coloro che ne garantiscono la presa in carico.
Famigliari e personale curante sono parte integrante del progetto che mira al miglioramento complessivo della qualità di vita in termini di migliore comunicazione con i propri cari. Considerati in special modo quali attori di incontri, eventi e sperimentazioni e fruitori di momenti formativi specifici.

STAKEHOLDER
Una premessa utile è che la collettività tutta va annoverata tra gli stakeholder del progetto, considerata la crescita progressiva di problematiche collegate a neuro-degenerazioni, solo in parte spiegata del fenomeno dell’invecchiamento della popolazione.
Diversi sono gli stakeholder presenti sul territorio che verranno coinvolti nel progetto. Sul territorio ticinese, enti pubblici e privati così come amministrazioni comunali beneficeranno dell'attivazione di eventi e azioni che rispondono a parte delle raccomandazioni contenute nella strategia cantonale sulle demenze.
Specularmente, sul versante italiano, l’Agenzia di Tutela della Salute implementa con la propria rete territoriale un nuovo modello di cura che mira ad un invecchiamento sano e attivo della popolazione, come da indicazioni dell’OMS e dell’UE.
Le strutture di prevenzione, i reparti di trattamento acuto e i servizi di gestione del post acuto hanno la possibilità di sperimentare nuovi modelli riabilitativi. Questi modelli, inizialmente sperimentati nelle 2 aree test individuate dal progetto, possono avere ricadute significative su una grossa platea di portatori di interesse afferenti al settore della cura e dei servizi sociosanitari, dal momento che la sperimentazione prevede una modellizzazione replicabile e ampliabile in modo sostenibile.
L’azione proposta col wp3 ha impatto in termini di prevenzione universale, mentre gli studi clinici e le tecnologie che si sviluppano con il wp4 favoriscono l’innovazione di strategie riabilitative per la popolazione di pazienti post stroke. Con il wp5 e le azioni volte a consolidare la cultura di una comunità di cura diffusa si opera per la de-stigmatizzazione (già iniziata con il progetto Brainart), migliorando la qualità di vita di caregiver e pazienti e l’inclusione sociale di persone malate e vulnerabili grazie ad un’assunzione di responsabilità da parte della comunità. Le associazioni del territorio traggono vantaggi significativi da queste azioni.

PARTNER DI PROGETTO
Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Lecco / Associazione assistenza e cura a domicilio Mendrisiotto e Basso Ceresio / Agenzia di Tutela della Salute della Brianza / Ente Case Anziani Mendrisiotto / Università degli Studi di Pavia / Comune di Mendrisio / CENTRO RICERCA ARTE MUSICA SPETTACOLO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIAL IN MODO ABBREVIATO CRAMS

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Concentrandosi su un ambito di ricerca, sviluppo, prototipazione e testing di soluzioni tecnologiche in ambito socio-sanitario, il progetto C4C prevede anche ricadute significative e attente alla performance ambientale. Così, la ripianificazione delle città e la valorizzazione del territorio urbano e peri-urbano in ottica di prevenzione e mantenimento in salute considera l’ambiente funzionale al benessere e richiede di conseguenza uno specifico allestimento del territorio. Città, spazi peri-urbani e montagna, andando oltre la fruizione contemplativa e sportiva assumono un valore terapeutico e necessitano di una rinnovata punteggiatura fatta di elementi artistici, meditativi e d’incontro. L’organizzazione di progetti elaborati con la comunità stessa dei quartieri considera l’ambiente di vita quale spazio in cui riscrivere, attraverso interventi oculati e sostenibili, elementi utili alla riappropriazione di luoghi cittadini – parchi, vie pedonali, strade a forte frequentazione. Le tecnologie di Piano4Stroke e di Sonification4Stroke per loro stessa natura permettono il passaggio da un protocollo di intervento riabilitativo socio-sanitario di natura farmacologica o comunque attraverso strumenti analogici a una completa digitalizzazione del processo. Le tecnologie 2.0, 3.0 e 4.0 rientrano a pieno titolo in quel processo di efficientamento delle risorse utilizzate in chiave green. E sul fronte artistico l’ICT è anche da vedere come elemento per la valorizzazione della performance ambientale degli spazi di fruizione culturale. Nella progettazione dell’intervento sono stati attentamente considerati gli obiettivi dell’agenda 2030. 9: Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione; 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.


CAPOFILA ITALIA
CENTRO RICERCA ARTE MUSICA SPETTACOLO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIAL IN MODO ABBREVIATO CRAMS

CAPOFILA SVIZZERA
Associazione assistenza e cura a domicilio Mendrisiotto e Basso Ceresio


VALORE TOTALE DEL PROGETTO
€ 1.090.060,54
CHF167.743,68
CONTRIBUTO PUBBLICO FESR
€ 945.574,34
CONTRIBUTO PUBBLICO NAZIONALE ITALIANO
€ 58.970,09


WORKPACKAGES

1) PREPARAZIONE DEL PROGETTO
2) COORDINAMENTO E GESTIONE
Con il WP1 si individuano le attività degli organi di gestione e controllo del progetto, dalla costituzione del consorzio e delle commissioni alla selezione del canale di comunicazione interna fino alla produzione di report e rendicontazione finali. Il capofila italiano CRAMS, in quanto responsabile del coordinamento, avrà a disposizione uno staff di project management con cui monitorare l’implementazione delle attività, curare la comunicazione ufficiale del progetto, coordinare le relazioni tra partner e gestire le parti amministrativa, contabile e di rendicontazione con il donor. Si prevede quindi la creazione di una "cabina di regia" con la presenza di un membro di ciascun partner che si riunirà con cadenza quadrimestrale o in relazione alle milestone di progetto e in base alle necessità dei singoli WP. CRAMS, oltre a convocare e coordinare la cabina, monitorerà il corretto svolgimento delle attività e sotto azioni dei singoli WP che, a loro volta, avranno un partner responsabile e uno o più partner implementatori. Saranno confermate con il kick-off meeting le linee guida di progetto, preventivamente elaborate in fase di predisposizione della domanda di finanziamento. Sempre in fase di kick off meeting, saranno definiti gli strumenti IT più utili alla gestione anche in remoto, delle relazioni tra partner e organi direttivi (mailing-list; drive; cloud-NAS) per facilitare ed efficientare la comunicazione interna. Saranno previsti dei moduli di reportistica interna associata ad ogni azione di progetto in coerenza con la modulistica messa a disposizione dell’Autorità di Gestione e con l’indicazione dei tempi, budget, target, risultati, output ottenuti e una breve valutazione qualitativa e quantitativa alla fine di ogni attività. Tutti questi materiali comporranno la reportistica e la scheda valutativa complessiva del progetto in grado di misurare e comunicare l’impatto ottenuto dal progetto (attività questa da considerarsi in stretta correlazione con il WP7 Valutazione). Il gruppo di lavoro in capo al capofila sarà rappresentato da figure interne allo staff CRAMS e in seno a specifiche attività di progetto, da consulenze esterne attivate per la durata complessiva del progetto (24 mesi). La sede operativa è prevista presso Lecco nei locali del centro di ricerca e sperimentazione artistica del CRAMS in Via ai Poggi, 14, 23900. Gli incontri della cabina di regia saranno invece organizzati nelle sedi dei partner di progetto e presso i centri di sperimentazione delle attività socio-sanitarie e socio-culturali previste da progetto. In questo modo, oltre a valorizzare lo scambio e la dimensione transfrontaliera dell’intervento, sarà possibile anche effettuare periodiche field visit di monitoraggio e analisi sullo stato dell’arte del progetto. Per la specificità degli obiettivi, i target e i luoghi d’intervento trattati dal progetto, è stata prevista la creazione di un comitato scientifico operante come organo consultivo la cabina di regia, ma anche come struttura capace di sostenere il lavoro di validazione scientifica delle sperimentazioni cliniche e come organo responsabile della disseminazione dei risultati in ambito accademico e medico-scientifico (in relazione alle attività del WP2 Comunicazione e WP7 Valutazione).

3) COMUNICAZIONE
C4C si rivolge ad operatori scientifico-sanitari, dell’associazionismo e del sociale e ad un ampio pubblico composto di giovani, anziani, semplici cittadini e altri stakeholder. È dunque necessario impostare una strategia di comunicazione integrata che sfrutti la potenza simbolica e di semantizzazione dell’arte, affinché diventi efficace e diversificata, capace di tenere conto dei diversi destinatari. Tre i principali obiettivi del piano di comunicazione per a) informare, sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza, chiamata a non essere solo spettatrice, bensì protagonista; b) coinvolgere un’ampia rete di stakeholder, che diventino a loro volta soggetti attivi nella cura degli anziani e nella progettazione delle città del futuro; c) divulgare alla comunità scientifica i risultati delle analisi preliminari (wp4) e delle sperimentazioni condotte. L’intera attività di comunicazione è coordinata e monitorata dal capofila CRAMS, che stende periodiche relazioni di quanto svolto. Le macro-categorie di azione da concretizzare, con target diversi, sono tre: 1) Comunicazione divulgativa e partecipata e destinata alla comunità dei territori coinvolti dalle attività di progetto e alla rete virtuale degli utenti web. La linea, curata dal capofila CRAMS, prevede l’apertura di un sito web dedicato e di account social, il contatto con gli organi di stampa, la realizzazione e divulgazione di video-interviste al team e l’organizzazione di eventi, anche artistici, dal valore simbolico, comunicativo e partecipativo, con la partecipazione diretta dei cittadini, per renderli parte attiva nella costruzione di una comunità di cura diffusa. L’intento è di raccontare l’evolversi del progetto, attraverso un lavoro di storytelling e di divulgazione. Accanto alla comunicazione destinata a un ampio pubblico, si svilupperanno azione mirate alle comunità dei quartieri coinvolti dal progetto, così che i cittadini si rendano conto di quanto si sta sperimentando e divengano attori protagonisti. 2) Disseminazione a diversi stakeholder: oltre alla disseminazione dei risultati in senso stretto, si intende qui il lavoro verso enti terzi pubblici e privati con i quali intrattenere relazioni per lo sviluppo di una comunità di cura diffusa. Con pubbliche relazioni, promozione tramite sito e social network e un palinsesto di video-interviste al team, si raggiungono policy-maker, terzo settore, associazioni di categoria, gruppi informali di caregiver, spazi culturali, centri di aggregazione, scuole, chiamati a prendere parte alla riflessione e entrare in una rete di contatti ampia e attiva. 3) Azioni rivolte alla comunità scientifica e alle strutture sociosanitarie, in particolare quelle presenti nell’area. Attraverso l’organizzazione di convegni di settore, conferenze, tavole rotonde, field visit nelle strutture coinvolte e video-interviste a esperti, si sviluppa un lavoro di advocacy che possa raggiungere la comunità scientifica e facilitare l’ampliamento della base scientifica e delle strutture cliniche interessate alla sperimentazione. Questa attività di tipo più specialistico vede il coinvolgimento diretto dell’Università degli Studi di Pavia e di ATS, con supervisione e coordinamento del capofila CRAMS. Si rimanda all'attività wp 5.8 per quanto riguarda la "piattaforma inter e intra enti, pazienti e cittadini", che pur essendo uno strumento di comunicazione a tutti gli effetti si configura come dispositivo di condivisione interna e tra enti socio-sanitari maggiormente improntato alla condivisione di dati e cartelle cliniche.

4) ATTIVAZIONE TERRITORIALE E INDIVIDUAZIONE TARGET
E’ universalmente riconosciuto che la promozione della salute e la prevenzione primaria migliorano la qualità della vita e riducono sensibilmente i rischi di numerose patologie. In particolare, la prevenzione degli incidenti vascolari acuti ha una efficacia direttamente proporzionale agli interventi sulle abitudini e lo stile di vita. Dovendo modellizzare la sperimentazione abbiamo pensato di restringere i due territori: per il territorio lecchese a un distretto di 5 quartieri, che abbiamo chiamato I Quartieri del Terzo Paradiso ( QTP ), con riferimento al Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, di circa 3500 famiglie, e circa 1500 over 55, nell’area compresa tra i fiumi Caldone e Bione, nei pressi di ASST Lecco, della RSA IRAM , e della sede CRAMS e per quanto riguarda il Ticino, nel Mendrisiotto con circa 12.000 famiglie. I fondamentali determinanti su cui agire sono: quelli tradizionali che impattano sulla promozione di alimentazione sana con basso consumo di grassi e restrizione del consumo di sale e di zuccheri, contrasto alla sedentarietà con attività fisica regolare (anche se di moderata entità), riduzione del fumo; quelli innovativi che sono le attività previste dal WP5 legata all’Healthy Aging, con una visione olistica legata al benessere psicofisico attraverso la pratica artistica e l’ingaggio attraverso le food policy innovative ( rif. al Milan Urban Food Policy Pact a cui il CRAMS ha contribuito ad aderire). La strategia di attivazione della comunità diffusa viene supportata dalla proposta di percorsi di eventi “Community Art Based” per i quali è necessaria una preparazione adeguata del target previsto, come sviluppato nel WP6. Per identificare la fascia di popolazione a rischio si è pensato a due sottoazioni: l’indagine di un gruppo di volontari del sindacato pensionati per l’Italia (pear to pear) e con il supporto della Centrale operativa del volontariato (COV) per la parte svizzera, e la creazione di una figura di “Facilitatore Artistico” per il contatto e ingaggio delle altre fasce di popolazione giovanile e adulta. E’ altrettanto fondamentale connettere il mondo dei giovanissimi, circa 2500 per il distretto dei QTP, e circa 5500 del Mendrisiotto per meglio conseguire gli obiettivi di coinvolgimento delle diverse fasce della comunità (strategie di community building), attraverso la promozione della corretta alimentazione e riduzione degli sprechi e attraverso il coinvolgimento diretto negli eventi sul food system territoriale. In particolare ATS opererà: attraverso la rete di attività di prevenzione (es. gruppi di cammino) e dei servizi già in essere nel territorio lecchese. attivando focus group congiuntamente ai capofila italiano e svizzero per la condivisione e scambio di buone pratiche già in essere sui territori coinvolti nel progetto. CRAMS coordinerà un’azione sperimentale mirata ai residenti in alcuni condomini delle aree individuate , attraverso “facilitatori” che medieranno gli interventi artistici e sociali coinvolgendo le associazioni degli amministratori di condominio. La parte svizzera, coordinata dal Dicastero delle Politiche sociali di Mendrisio, considera attività che coinvolgono i quartieri cittadini (es. Comuni in salute, quartieri solidali) e associazioni e enti della regione (es: cohousing, azioni artistiche a carattere intergenerazionali).

5) SPERIMENTAZIONE CLINICA - RIABILITAZIONE POST-STROKE
L’ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale, nonché la prima causa di disabilità negli anziani. In un terzo dei pazienti colpiti da ictus residua una disabilità grave. I costi in termini di perdita di ruolo e sofferenza personale e familiare, così come in termini di risorse richieste per l’assistenza a domicilio o in regime di ricovero, sono ingenti. Residuano inoltre frequentemente a un ictus quadri di depressione (circa il 40% tra depressioni maggiori e minori) e di deficit cognitivo/comunicativo (oltre un terzo dei casi), con ripercussioni negative sul reinserimento sociale. Un ruolo rilevante va riconosciuto alle “art-based therapies”, in particolare le arti musicali performative volte ad una efficace stimolazione cognitiva e motoria. A queste vanno aggiunti una corretta alimentazione e stili di vita adeguati (si veda il WP5), quali l’attività fisica e la socializzazione. L’attuale assetto prevede la focalizzazione delle risorse in fase post-acuta sulla riabilitazione motoria e sulla logopedia per migliorare i problemi di comunicazione e deglutizione, ed appare quindi limitato rispetto alle necessità globali dei pazienti e alle esigenze del nucleo di supporto e della società. Il numero di pazienti con ictus che afferiscono ogni anno all’Ospedale Manzoni di Lecco è di circa 300 (60 emorragici e 240 ischemici); di questi il 20% (circa 60) sono recidive, i rimanenti sono primi eventi cerebrovascolari (240 circa). Nell’arco di 10 anni, 2400 persone accedono in ospedale per un primo ictus che in un buon numero di casi modificherà in modo importante la loro vita personale, lavorativa e sociale. Di questi pazienti, il 15-20% viene trasferito in una RSA (lungodegenza) alla dimissione, il 30% circa viene trasferito presso una struttura riabilitativa e il 50% rientra al domicilio dove spesso sono attive modalità assistenziali a spese della famiglia. Alla dimissione, il 42% dei pazienti con ictus presenta una condizione di sostanziale dipendenza, mentre il 58% mantiene una completa o parziale autonomia. Deficit cognitivi sono frequenti nei pazienti colpiti da ictus. Da un lato colloqui psicoeducazionali rivolti ai caregivers e dall’altro interventi di arteterapia rivolti ai pazienti potrebbero impattare significativamente sulla qualità di vita e, nel secondo caso, anche sul recupero funzionale in casi di ictus lieve-moderato; in particolare riducendo i tempi del rientro al domicilio, favorendo attenzione e motivazione nel paziente e migliorando il grado di autonomia grazie a un miglior recupero delle funzionalità degli arti colpiti. In questa visione, l’arte e le attività entrano nel percorso di recupero fin dalla degenza ospedaliera, secondo modalità già sperimentate (concerti in reparto, rappresentazioni teatrali) per poi accompagnare e monitorare il paziente al proprio domicilio nei mesi successivi il ricovero. Nell’intento di far convergere attenzioni cliniche da un lato e socio-sanitarie dall’altro, si prevedono 2 differenti studi, strettamente legati al WP6 Formazione.

6) COMUNITÀ DI CURA DIFFUSA E PUBLIC ENGAGEMENT
L’idea di Comunità di Cura Diffusa si riferisce al principio sociale secondo il quale la cura della persona dipende in maniera bidirezionale dalla cura delle sue relazioni, volte tanto all’attenzione di benessere del Sé quanto all’attenzione di benessere del proprio Prossimo: “Io sto bene se e solo se Tu stai bene”. Il futuro di città disegnate per le persone che contrarranno patologie dementigene, deve tenere conto della necessità di miglioramento degli standard attuali qualità della vita. Per attivare/mobilitare i cittadini, per ripensare il futuro ecologico e umanista delle due città, per modellare una “Città che Cura” dobbiamo : - attrarre giovani talenti e studiosi - ridefinire i paradigmi dell’abitare - produrre ricerca tecnologica per il benessere - valorizzare il capitale relazionale ed il patrimonio naturale urbano. Il dicastero delle Politiche sociali di Mendrisio opera in analoga direzione, assicurando risorse per la cura dell’individuo e investendo in un lavoro sociale di comunità a carattere trasformativo che parte dalle domande del territorio, per valorizzare relazioni informali e istituzionali, generare senso di appartenenza e coinvolgere la comunità. L’operatore - facilitatore di comunità (FDC) assume il ruolo di valorizzatore delle risorse in essa contenute. L’opzione artistica quale elemento informatore di pratiche di benessere è inserita nel piano di formazione delle persone coinvolte in qualità di FDC e di tutor di territorio. In questo WP la “chiave” per la sfida di costruzione di una comunità di cura diffusa è che l’arte è forza determinante di trasformazione e non solo ruolo estetico. E’ ampiamente dimostrato (cfr convegno Arte della salute Lecco ottobre 2019) che l’arte ha una indiscussa capacità rigenerante e di riqualificazione della vita sociale dell’individuo. La pratica artistica è la chiave del recupero della persona alla comunità, che, partecipando all’atto creativo-artistico, riscopre forze interiori capaci di contribuire a ridurre la propria fragilità sociale, al miglioramento del proprio benessere e qualità della vita in presenza di patologie cognitive degeneranti. Il ruolo dell’artista che affianca l’operatore sanitario, diventa costruttore di ponti di senso tra ruoli e specializzazioni della cura. Identifichiamo la figura dell’artista come quella di uno “sciamano di comunità”, capace di fare emergere le energie latenti del territorio, riattivando il suo genius loci, attraverso la valorizzazione-”rivelazione” (J. Grotowsky, L’albero delle genti, azione sul Monte Barro-Lecco 1979) del paesaggio, del patrimonio naturale e urbano, della storia delle tradizioni. L’arte rimette in gioco se stessi, serve a modificare i ruoli codificati della cura e a superare una cultura di frammentazione specialistica che separa curato e curante. Il CRAMS ha sperimentato queste tesi in oltre 30 anni di attività con disabili psicofisici e affetti da disfunzioni cognitive, collabora da oltre 11 anni con fondazione Pistoletto-Cittadellarte di Biella e con diversi esperti su interventi di cura non farmacologica con l’arte, e sta accompagnando, con enti istituzionali, progetti di frontiera nel settore socio-sanitario. Le attività si svilupperanno in tre sezioni: 1- Festival tematici, 4 dispositivi tematici e azioni di “artivizz-azione”, che si configurano anche come “audience development”: - Food system locale: stili di vita sana e festival Coltiviamo la Città - Sentieri del cammino di cura - Tango City che implementa la ricerca danza movimento e tecnologia post stroke - Drum City, la città delle percussioni. 2- temi di sviluppo di ricerca e studio sulle città per la cura del futuro: - Visionerd (giovani Nerd visionari) e tecnologie per il benessere - modelli di co-housing attivo intergenerazionale. 3- Implementazione di una piattaforma di raccolta e scambio tra i due territori per leggere le esperienze e per misurare la variazione del benessere pre e post intervento.

7) FORMAZIONE
Sul fronte formativo il progetto intende attivare risorse “naturali”, persone - in particolare anziani e bambini - che possono diventare riferimento della comunità come “sustainability transition leader”, identificando luoghi di intervento tradizionali e informali, con strategie non convenzionali di public engagement di comunità, attraverso attività a sfondo artistico, l’organizzazione di eventi partecipati e il gioco sociale. L’intervento si fonda sulla convinzione che la disseminazione favorisce il cambiamento della mentalità e l’abbattimento di idee preconcette su determinate patologie stigmatizzate e che la formazione del personale sanitario e dell’educazione permette una reale implementazione di nuovi metodi di cura e accompagnamento nonché di nuovi modelli di riferimento. L’attività formativa è organizzata con corsi e attività di ingaggio progettuale dedicati e realizzati equamente nei due territori progettuali e considerando la varietà dei profili professionali coinvolti. I progetti formativi che mirano il contesto relazionale attorno a persone toccate da post stroke intendono rispondere alle necessità del paziente insieme alle esigenze del nucleo di supporto. Occorre considerare le diverse fasce d’età per impostare azioni che rispondano a caratteristiche della formazione di adulti e dell’Edutainment, che considera da un lato la responsabilizzazione del discente in un progetto che deve assumere e che si fonda su attività a carattere ludico e non per questo meno significative per una trasformazione consapevole del proprio stile di vita. La collaborazione di dietisti specializzati e di cuochi, da un lato, permette di sostenere il cambiamento puntando alla soddisfazione gastronomica. D’altro lato, con la collaborazione di esperti del movimento è possibile introdurre nella quotidianità del paziente delle attività di movimento e di danza da svolgere in autonomia e in gruppi di auto aiuto. Altra azione formativa è quella rivolta agli operatori professionali, allo scopo incentivare la creatività nell’esplorazione di nuove vie di recupero e defunzionalizzando l’intervento tecnico a favore di modalità più empatiche e coinvolgenti. L’ictus, insieme a conseguenze di disabilità cognitive e motorie, molto frequentemente determina nel paziente la perdita di ruolo, la sofferenza personale, familiare e più in generale sociale. Nella persona colpita da ictus si evidenziano spesse volte quadri di depressione e di deficit cognitivo/comunicativo a cui si associano di fatto ripercussioni negative sul reinserimento sociale. Così, l’accompagnamento verso più adeguati stili di vita, con interventi multidimensionali, è in grado di prevenire efficacemente l’insorgenza di ictus (prevenzione primaria), di ridurne l’impatto (interventi in acuto e nel decorso post-acuto) e la frequenza di recidiva (prevenzione secondaria). Prevedere una strategia formativa progettuale garantisce la massima ricaduta sociale, scientifica e tecnologica del progetto sul territorio beneficiario e su quelli circostanti.

8) VALUTAZIONE
Allo scopo di produrre una valutazione attenta ed onnicomprensiva del progetto e di ogni sua parte, sarà costituito un organo di Valutazione interna. Detto organo, composto da un membro di ogni partner di progetto, avrà il compito di seguire tutto il processo progettuale mirando a valutare tutti gli output e gli outcome (previsti e imprevisti) sulla base di indicatori co-costruiti. Esso si riunirà con cadenza almeno quadrimestrale. Compito dell’organo di Valutazione sarà quindi in primis quello di coinvolgere nel processo valutativo tutti i soggetti coinvolti nel progetto. La valutazione sarà concepita come un processo partecipato. Gli stessi indicatori non saranno dettati dall’alto e le attribuzioni di senso non verranno realizzate da un soggetto esterno. Si tratterà piuttosto di co-costruirli. Per questo l’organo di valutazione mirerà a radicare una cultura della valutazione all’interno del progetto stimolando i diversi stakeholders ad un’attribuzione di valore a ciò che il progetto realizza in grado di cogliere risultati attesi e inattesi. L’organo di valutazione porrà domande di senso a chi è immerso nella progettazione, organizzazione, gestione delle azioni di progetto, andando a ricercare anche gli scostamenti dal progetto iniziale nella consapevolezza che essi possono essere positivi. L’organo di valutazione, valorizzando la stessa nel ciclo progettazione – azione – valutazione – riprogettazione, avrò lo scopo di migliorare il progetto e di renderlo realmente trasformativo e generativo. Lo sguardo dell’organo di valutazione sarà rivolto a tutti i WP di progetto e si produrranno brevi report valutativi per ogni singolo WP. Nell’analisi saranno prese in considerazione anche le azioni trasversali quali il coordinamento e la gestione amministrativa, logistica e finanziaria. Una particolare attenzione sarà dedicata al WP 2 - Comunicazione - e al WP 5 – Comunità di cura diffusa e public engagement - andando ad indagare la capacità del progetto di generare una comunità di cura diffusa e di attivazione della cittadinanza e delle istituzioni nello sviluppo del progetto. Unitamente al report valutativo su ogni singolo WP, l’organo di valutazione produrrà una valutazione finale sull’intero progetto. Essa presenterà una descrizione della metodologia valutativa adottata, del processo seguito nella valutazione e degli indicatori utilizzati e dovrà mettere in evidenza l’effettiva capacità del progetto di produrre risultati e cambiamenti nella comunità di riferimento in tema di prevenzione dell’ictus e attivazione della collettività nella cura dei soggetti colpiti dalla patologia. Il report finale mira ad essere, oltre che un prodotto utile all’ente finanziatore e agli altri stakeholder di progetto per comprendere il valore del lavoro svolto, anche uno strumento utile per la diffusione dei risultati di progetto e per una ulteriore promozione della cultura della prevenzione e della cura.

 

MODULO AGGIUNTIVO COVID (MAC)

Sono previsti interventi volti ad amplificare l’intervento clinico sul territorio a compensazione del sovraccarico cui gli ospedali si trovano a far fronte in questi mesi di urgenza dovuta al virus, con una particolare attenzione alla popolazione che in questi mesi di emergenza non ha potuto ricevere l'assistenza ospedaliera; l'idea portante è di ampliare ad altre patologie e cronicità l'intervento arte-riabilitativo.
E’ prevista inoltre la costruzione sperimentale di una piattaforma digitale di comunità per le comunicazioni tra le istituzioni sociosanitarie, i pazienti-residenti nell'area territoriale e gli altri organismi ingaggiati nella comunità di cura diffusa.

Partner coinvolti nel MAC:
CRAMS - CENTRO RICERCA ARTE MUSICA SPETTACOLO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE (Capofila)
Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Lecco
Agenzia di Tutela della Salute della Brianza

 

FINANZIAMENTO IV AVVISO

Gli interventi di carattere artistico culturale nel sociosanitario hanno iniziato a diffondere l’idea della comunità diffusa di cura come una componente fondamentale di contrasto della compartimentazione funzionale dei servizi, dell’organizzazione delle città e della stessa assistenza sociosanitaria.
La capitalizzazione dei risultati fin qui raggiunti consentirà:
- l’identificazione spaziale della gestione di questi servizi;
- la programmazione di nuovi momenti di scambio e confronto (focus group, workshop, convegno);
- la creazione di un centro per la formazione di nuove figure professionali che fungano da ponte tra arte e cura anche nell’utilizzo delle nuove tecnologie;
- il presidio del Centro Arte e Cura all’interno di una policy urbana che includa la nascita, o ri-nascita, di Punti di Comunità come punti di ospitalità e di sviluppo di comunità, ambiti di pratiche culturali e di trasmissione di saperi intergenerazionali;
- i sentieri di arte, cura e movimento quale infrastruttura di comunità che, già a partire dalla coprogettazione del percorso, mette in moto tutte le reti locali;
- un forte impegno a costruire piattaforme di comunicazione che vedano la partecipazione degli abitanti residenti per aumentare l’impatto sociale delle comunità di cura;
- la costruzione di un presidio tecnologico permanente per una umanizzazione della cura attraverso l’arte e la digitalizzazione della cura (Sonification 4 stroke, e Piano4Stroke).


Durata: 9 mesi
Partner: Capofila italiano CRAMS


FESR
121.800,75 €

Stato
0,00 €

Contributo
121.800,75 €

Autofinanziamento
21.494,25 €

Budget Totale
143.295,00 €

 

ULTERIORE FINANZIAMENTO IV AVVISO

La capitalizzazione del programma CITY4CARE connette alcune delle più importanti attività che sono state sperimentate sul territorio nell’ottica di creare spazi di cura che includono figure e ambiti di intervento assolutamente innovativi.
Dalla fase legata alla cucina ed alla presa in carico della alimentazione come ambito culturale di pratica di cura quotidiano a quello dello sportello di supporto psicologico attraverso il set psicologico e artistico si è sempre più intensamente discusso e pensato uno spazio di cura in periodo post-pandemico Covid-19 che maggiormente sottolinea come la popolazione, dalla più giovane alla più anziana, chieda e senta la necessità di luoghi di ascolto e di accoglienza coerenti e nuovi rispetto alle nuove fatiche, o acutizzazioni del malessere dei periodi di lockdown.
Le attività e gli sportelli previsti nella capitalizzazione sono pensati come uno spazio di cura, all’interno di una relazione di aiuto e di accoglienza dell’anziano.
A questo si aggiungono necessariamente le attività di supporto per una fascia di popolazione giovane che ha vissuto le stesse difficoltà di malessere fisico e sociale che non poteva rimanere “in panchina “ rispetto alle strutture sociali e sanitarie della città.
All’interno del convegno finale transfrontaliero che prevede anche la presentazione dei risultati delle tecnologie messe a punto in queste ultime fasi del programma verrà proposta la discussione sulle prospettive della parte dell’integrazione territoriale degli ambiti formativi giovanili nel settore alimentare e in quelli degli interventi Psicologici artistici.


Durata: 6 mesi
Partner: partecipazione del Capofila italiano CRAMS e dei partners ASST Lecco e ATS Brianza.


FESR
44.120,10 €

Stato
6.900,30 €    

Contributo
51.020,40 €    

Autofinanziamento
885,60 €    

Budget Totale
51.906,00 €