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SANITA' A CONFRONTO

SINTESI
Cooperazione Sanitaria Transfrontaliera Nella Fascia Di Confine Della Provincia Di Sondrio E Del Cantone Dei Grigioni.
Valorizzare il patrimonio culturale, organizzativo e tecnologico dell'ospedale di Chiavenna e del Centro Sanitario Bregaglia, compresi i loro partner in ambito sanitario, individuando le possibili sinergie che, opportunamente integrate con interventi infrastrutturali, possano non soltanto eliminare i reciproci punti deboli ed empasse, ma addirittura creare valore aggiunto in ambito socio sanitario per le comunità di montagna, garantendo così un servizio sanitario dignitoso anche nelle aree periferiche e solitamente disagiate. Questo l’obiettivo del progetto; si tratta in poche parole di garantire la capillarità di un servizio indispensabile per la tenuta sociale del territorio (da ambedue i lati della frontiera) investendo tempo ed energie nel mantenimento e nel potenziamento dei necessari requisiti di qualità e sicurezza.


DURATA PROGETTO
59 mesi

DATA INIZIO
29/10/2018

DATA FINE
29/9/2023


ASSE
ASSE 4 - SERVIZI PER L’INTEGRAZIONE DELLE COMUNITÀ

OBIETTIVI
Obiettivo specifico 4.1 - Incremento delle soluzioni condivise per migliorare l’accessibilità dei servizi sociali di interesse generale sui due lati della frontiera, in particolare a vantaggio delle fasce maggiormente vulnerabili o a rischio di discriminazione

AZIONE
A) Iniziative per accrescere la qualità e la fruibilità dei servizi sociali e sanitari.


GRUPPI TARGET
Le attività di progetto prevedono condivisione e collaborazione tra servizi sanitari, sociali e abitativi, delle Amministrazioni locali, dell’ASST e del ATS, della Casa di cura della Bregaglia nonché dei cittadini nella loro individualità o collettività. Le attività progettuali saranno integrate da analisi continue ed aggiornate sui confronti fra le realtà transfrontaliere, situazioni territoriali, residenziali e domiciliari, normativa e programmazione vigente, rilievo dei bisogni intercettati, famigliari o individuali, di gruppo o di area territoriale. Particolare attenzione sarà affidata al monitoraggio del territorio e al nascere di nuove condizioni di bisogno in relazione anche all’incremento dell’invecchiamento della popolazione. Grazie all’indagine qualitativa sarà possibile tracciare le evoluzioni dei flussi quali quantitativi cogliere i “segnali” delle emergenze e l’organizzazione dei servizi allargati. A tale scopo l’inquadramento di tutti i servizi avrà la logica della rete integrata e sarà orientata ad un equilibrio dinamico in continuo adattamento del rapporto domanda offerta dei servizi delle prestazioni, delle figure professionali e della loro evoluzione. Le attività saranno attuate mediante la realizzazione di un gruppo di lavoro tecnico operativo e sarà affidato un ruolo d’eccezione ai principali stakeholder. Destinatari interni: strutture sanitarie coinvolte, operatori sanitari che operano nei vari ambiti progettuali. Destinatari esterni: popolazione residente nell'area che beneficerà di un miglioramento della qualità dei servizi erogati nonché di un potenziamento dell'offerta sanitaria.

STAKEHOLDER
Il coinvolgimento dei cittadini e la partecipazione dei pazienti ai processi di cura e riabilitazione alimentano la fiducia e la compliance, aumentano la loro diretta responsabilità nel funzionamento dei servizi e determinano da parte dell’organizzazione l’impegno al miglioramento. Nel quadro delle strategie di empowerment, sono state avviate iniziative atte a diffondere nei servizi ed organismi territoriali domiciliari un coinvolgimento come asse portante del sistema locale. Lo slogan "assieme siamo più forti” sintetizza l’obiettivo primario delle azioni e di come le stesse saranno realizzate.
Sono stati realizzati numerosi tavoli di lavoro e sono stati presi contatti con la rete ospedaliera e la rete domiciliare, con coinvolgimento del personale socio sanitario pubblico e privato; l’ufficio di piano della Valchiavenna in qualità di soggetto gestore dei servizi associati a partire dal 1973 rappresenta un elemento fondamentale nel monitoraggio e nell’approccio capillare.
Gli stakeholders (portatori di interesse) principali sono i cittadini, i familiari, le organizzazioni di rappresentanza dei cittadini, le associazioni di volontariato, gli enti locali, il personale e i dirigenti delle aziende sanitarie, i sindacati e le assicurazioni.
Il coinvolgimento di tutti questi soggetti ha permesso di creare un approccio integrato al progetto

PARTNER DI PROGETTO
AZIENDA SOCIO SANITARIA TERRITORIALE DELLA VALTELLINA E DELL'ALTO LARIO / Centro Sanitario Bregaglia / VALCHIAVENNA

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Il progetto prevede espressamente interventi di natura immateriale legate alla creazione di modelli socioassistenziali volti a salvaguardare la qualità della vita delle popolazioni residenti nelle aree di confine. Il progetto produrrà effetti positivi sulla mobilità locale in quanto grazie al potenziamento dei servizi socio-sanitari locali derivante dalla collaborazione delle due strutture sanitarie si eviteranno lunghi spostamenti per raggiungere i servizi sanitari fuori area.


CAPOFILA ITALIA
AZIENDA SOCIO SANITARIA TERRITORIALE DELLA VALTELLINA E DELL'ALTO LARIO


CAPOFILA SVIZZERA
Centro Sanitario Bregaglia


VALORE TOTALE DEL PROGETTO
€ 1.325.900,00
CHF 150.000,00
CONTRIBUTO PUBBLICO FESR
€ 1.127.015,00
CHF 37.500,00
CONTRIBUTO PUBBLICO NAZIONALE ITALIANO
€ 198.885,00

 


WORKPACKAGES

1) COMUNICAZIONE
La comunicazione è parte integrante e fondamentale per la buona divulgazione e un esito positivo del progetto al fine di assicurare la massima visibilità delle azioni intraprese; è anche strumento nel promuovere, informare e sensibilizzare l’utenza a target diffuso, interna ed esterna, con processi off line e on line, in un quadro di valorizzazione del progetto “Interreg” Italia-Svizzera e delle istituzioni che lo sostengono. Il piano di comunicazione, interno all’organizzazione ed esterno, in un profilo di coerenza con la filosofia del progetto, sarà composto di attività diverse tra loro ma complementari e coordinate per una precisa idea creativa supportata da messaggi, immagini, elementi grafici e slogan dentro una strategia e da un’analisi degli strumenti di comunicazione integrata selezionati e definiti. Il piano di comunicazione in generale è impostato per raggiungere un’ampia platea di beneficiari, siano essi parte della comunità locale (semplici cittadini, studenti, docenti, enti, organizzazioni di categoria, consorzi) o invece soggetti esterni alla realtà territoriale, tutti comunque interessati al bacino geografico di pertinenza operativa e organizzativa del progetto. La strategia di comunicazione definirà la struttura ed il contenuto dei messaggi da veicolare, a quali segmenti di popolazione i mezzi migliori per poterlo fare. La disseminazione dei risultati implica un rapporto di lungo periodo con gli stakeholders, i quali provvederanno a fornire feedback in itinere al fine di migliorare il messaggio. Inoltre, il piano di comunicazione si propone di raggiungere i seguenti obiettivi: diffondere informazioni sia sul progetto in generale sia su attività di ricerca sui nuovi servizi e prodotti specifici sviluppati all’interno di esso, evidenziandone il valore aggiunto e l’innovatività; aumentare la consapevolezza circa l’importanza dei processi di coesione ed integrazione fra le aree alpine; rafforzare ed ampliare il coinvolgimento e la partecipazione dei gruppi target; avvicinare la popolazione rendendola partecipe dei processi; facilitare e rafforzare i rapporti tra i partners del progetto al fine di raggiungere i risultati previsti; individuare un “brand”, uno slogan, ovvero un’immagine identificativa che diventi familiare e dunque facilmente ed immediatamente riconosciuta; pubblicizzare il finanziamento secondo le regole e le linee guida previste dall’autorità di gestione informando sulle azioni sviluppate per lo sviluppo dei territori e dei cittadini. L’apice dell’azione di comunicazione sarà la realizzazione di un Convegno che presenterà il progetto e i risultati della ricerca e delle attività di confronto. Inoltre si prevede l’organizzazione delle seguenti attività per garantire la corretta ed efficace informazione e comunicazione del progetto in linea con le Linee Guida per l'Informazione e la Comunicazione: Organizzazione di almeno 2-3 Eventi di carattere generale sull’intero progetto; Organizzazione di n. workshop locali e tematici e legati alle azioni “partecipative” previste con attenzione allo sviluppo di azioni di prevenzione formazione informazione; Adeguamento siti istituzionali in linea con i format dell’autorità di gestione; Comunicazione social media, newsletter ecc.; Realizzazione del materiale divulgativo on line ed offline; organizzazione giornata Alzheimer Bregaglia; Attività di Prevenzione della salute Bregaglia-Chiavenna. Saranno quindi prodotti: Manuali dei risultati delle indagini realizzate; Articoli su media e riviste di settore per la condivisione dei risultati e dei contenuti operativi della sperimentazione delle azioni; una miniguida informativa sui temi nascita e dell’orientamento alle fragilità con attenzione alle demenze demenze. Il materiale oltre al duplice formato on line ed offline sarà realizzato in lingua italiano e se necessario sarà tradotta in lingua tedesca.

2) "ASSIEME SIAMO PIÙ FORTI”
Assumendo l’invecchiamento della popolazione, lo spopolamento dei territori e la marginalità quale fenomeno trasversale che caratterizza tutte le aree, in particolare quelle alpine, appare indispensabile incidere sullo stato di fragilità, vulnerabilità e inacessibilità che le popolazioni di confine incontrano. Da una prima analisi dei dati, l’invecchiamento della popolazione e quindi l’aumento del peso relativo degli anziani rispetto al totale della popolazione residente, evidenzia dati in costante crescita ponendo preoccupanti interrogativi sul futuro delle aree di montagna. L’invecchiamento che coinvolge la maggior parte dei paesi dell’Unione Europea è in atto da ormai diversi decenni: la contemporanea riduzione della natalità, non è neutralizzata, nonostante, le consistenti migrazioni internazionali, dall’aumento della popolazione anziana. Le conseguenze sociali ed economiche di questo fenomeno sono profonde, e vanno ben al di là della singola persona, della sua famiglia, dell’ambito territoriale poiché coinvolgono la società e la comunità globale dando vita a sfide sociali, economiche e culturali. L’obiettivo specifico individuato ovvero il “Miglioramento dell'accessibilità e della fruibilità dei servizi socio sanitari da ambedue i lati della frontiera” nasce dalle considerazioni che accomunano le realtà di confine unite nell’intento di rispondere ai sempre maggiori bisogni confrontando differenti modelli organizzativi non solo fra i paesi partner. In questa direzione si cercherà di individuare spazi di operatività considerando in prima analisi il raffronto fra il sistema italiano ed il sistema svizzero nella sua globalità, il raffronto regionale e nello specifico la situazione nel territorio di confine, attraverso un’analisi dei modelli organizzativi e dei quadri normativi di riferimento, delle modalità di approccio alle sfide comuni in risposta all’invecchiamento e alla perdita di popolazione, nonché al tema della marginalità delle aree di confine. Nel tracciare l’analisi dei sistemi, si cercherà non soltanto di descrivere lo stato attuale, ma soprattutto di individuare i punti di rottura e i percorsi di successo che possono innescare positivi cambiamenti negli anni futuri: il risultato di tale operazione potrà essere la stipula di accordi fra le 2 aree. Si ritiene, pertanto indispensabile analizzare i processi in atto interagendo con i soggetti che vivono il territorio, facendo emergere fabbisogni espressi e quelli latenti dalla popolazione, dagli enti pubblici e dalle imprese locali (in veste di “sensori del bisogno”), e cogliere o provocare cambiamenti attraverso processi innovativi di approccio al bisogno considerando in particolare i due momenti più difficili della vita dell’uomo: la nascita e l’invecchiamento. Contemporaneamente si procederà all’individuazione dei bisogni socio-sanitari attraverso una ricerca sulle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio di sub standard care nelle aree transfrontaliere. Il rilievo di bisogni consentirà di verificare e migliorare i livelli organizzativi ed operativi di integrazione sociosanitaria finalizzati alla presa in carico integrata assicurando la continuità assistenziale, tra ospedale e territorio/domicilio, tra diversi tipi di servizi sanitari e tra servizi sanitari e servizi sociali. Il processo di ricerca indagine riguarderà anche i raffronti con i diversi paesi per consentire l’identificazione di best practice e modelli replicabili finalizzati a strutturare percorsi semplificati per la fruibilità dei servizi. L’Analisi dei modelli organizzativi e dei quadri normativi di riferimento, la ricerca sulle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio di sub standard care nelle aree transfrontaliere e l’attivazione di tavoli tecnici di confronto consentirà di realizzare un primo documento di analisi e la Redazione di Linee Guida operative.

3) EMPOWERMENT
La demenza è una delle principali cause di invalidità in età avanzata e la sindrome di Alzheimer rappresenta il 60% delle patologie dementigene. Si stima che in Valchiavenna le famiglie con un congiunto affetto da decadimento cognitivo rappresentino il 4,7% della popolazione over65. L’OMS ha adottato il Piano Globale sulla Demenza 2017–2025 lo scorso mese di maggio aprendo una nuova prospettiva su ricerca, assistenza e terapia che ribadisce che la demenza non è l’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento e invita i governi a impegnarsi per una maggiore prevenzione, consapevolezza della demenza, riduzione del rischio, diagnosi e assistenza, supporto ai familiari e ricerca. Questi elementi sono stati trattati nei tavoli di lavoro realizzati fra i partner dove in particolare l’Ufficio di piano della Comunità Montana ed il Centro Sanitario Bregaglia, si sono confrontati approntando una strategia comune. Il Centro Sanitario della Bregaglia è il principale erogatore di servizi ai soggetti affetti da demenza; in Valchiavenna i servizi territoriali per l’assistenza di persone con demenza sono il CDI della cooperativa l’Arca, il SAD della CM Valchiavenna e la RSA Città di Chiavenna. Da una riflessione su bisogni e scelte delle famiglie in merito all’assistenza del proprio congiunto emerge che: gli anziani affetti da demenza sono assistiti prevalentemente dal proprio care-giver; la richiesta del SAD viene inoltrata solo in caso in cui le condizioni di chi assiste siano modificate; il CDI per persone con demenza ha avuto un buon riscontro da parte delle famiglie; è assente nel in Valchiavenna una risposta residenziale destinata esclusivamente a persone affette da demenza; è assente una risposta diretta al care-giver (supporto emotivo dei famigliari); le famiglie che hanno un congiunto affetto da demenza ricorrono poco al sostegno di assistenti famigliari (anche le assistenti accolgono la proposta di lavoro con un anziano affetto da demenza con molta esitazione). La finalità del wp è la Costituzione di una rete di soggetti che operano nell’ambito dell’assistenza all’anziano, dove i territori della Bregaglia e della Valchiavenna possano dialogare integrando le proprie competenze ed esperienze. Sarà quindi effettuata, nelle aree confinanti, una valutazione del sistema di servizi per pazienti affetti da demenza e Alzheimer e loro famiglie, al fine di qualificarlo e, soprattutto, sperimentare nuove forme di assistenza domiciliare in Valchiavenna, e residenziale in Val Bregaglia. Il progetto sarà realizzato con il coinvolgimento di tutti gli attori nelle scelte di politica socio-sanitaria. Ai dati di incremento della popolazione anziana (over70) delle aree di confine, si contrappone la diminuzione del numero di giovani 0-14 anni: tali elementi contrastanti suggeriscono, all’interno di una politica “place based” di analizzare il fenomeno, e studiare i modelli organizzativi attuati in aree geografiche con caratteristiche sovrapponibili all'area oggetto di intervento alla ricerca di best practice replicabili. Infatti, l’altro problema sociale rilevante delle aree montane marginali risulta essere quello della mancanza di/lontananza da punti nascita e servizi neonatali. Il progetto vuole riflettere in particolare sulla riqualificazione della figura dell’ostetrica al fine di attivare l’“ostetrica di comunità” basata sulla continuità di assistenza. Di rilievo sul tema, l’esperienza inglese, olandese e australiana che hanno analizzato il processo rilevando ricadute positive non solo sulla qualità di assistenza e prevenzione del parto ma anche sulla flessibilità dei modelli lavorativi delle ostetriche e sull’autonomia. Attraverso questo wp il progetto intende quindi approfondire tali tematiche ed avviare una sperimentazione ed un’analisi comparata dei sistemi e dei modelli di assistenza al fine di garantire un’assistenza centrata sulla donna e sulla famiglia attraverso una riorganizzazione strutturale e un’assistenza territoriale continua.

4) QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI OSPEDALIERI E TERRITORIALI NELL'AREA TRANSFRONTALIERA
Le aree alpine interessate dal progetto, evidenziano oltre ad un calo costante della popolazione un contemporaneo forte aumento del rapporto di dipendenza degli anziani sulla fascia di età intermedia 20- 64enni: per la regione Maloja é pari al 30,4, di cui 42,4 il comune di Bregaglia mentre il rapporto di dipendenza giovani è rispettivamente 27 e 28,1; in Valchiavenna il rapporto di dipendenza anziani è pari al 33,20 mentre il rapporto dipendenza giovani pari al 20,82. L’analisi demografica della popolazione evidenzia il 29% di anziani e il 4% di giovani nel comune di Bregaglia: il 22% di anziani (con picchi elevati a Chiavenna e Madesimo) e il 19% di giovani in Valchiavenna; nella Regione Maloja l’incidenza degli anziani è pari all’11% mentre i giovani rappresentano 6%. L’obiettivo del wp è la valorizzazione dell'ospedale di Chiavenna e del Centro Sanitario Bregaglia,in seguito CSB, in ambito sanitario, individuando le possibili sinergie che, opportunamente integrate con interventi infrastrutturali, possano non soltanto eliminare i reciproci punti deboli ed empasse, ma possano addirittura creare valore aggiunto in ambito socio sanitario per le comunità di montagna, garantendo così un servizio sanitario dignitoso anche nelle aree periferiche e solitamente disagiate. Si tratta in poche parole di garantire la capillarità di un servizio indispensabile per la tenuta sociale del territorio (da ambedue i lati della frontiera) investendo tempo ed energie nel mantenimento e nel potenziamento dei necessari requisiti di qualità e sicurezza. Le due strutture si trovano a circa 15 minuti di distanza l'una dall'altra e hanno mission per alcuni aspetti complementari: orientamento alla gestione dell'acuzie per l'ospedale di Chiavenna; orientamento alla gestione della cronicità per la struttura di Bregaglia. Una collaborazione tra le due strutture porterebbe vantaggi reciproci e consentirebbe da un lato di migliorare la tempistica di gestione dei casi con caratteristiche di acuzie che si presentano presso la struttura di Bregaglia, dall'altro di sperimentare, in ASST, modalità innovative e alternative all'istituzionalizzazione di pazienti fragili. Il sistema emergenza urgenza è per definizione molto costoso in quanto deve essere sovradimensionato per poter far fronte anche a situazioni eccezionali. In sistemi sanitari a risorse "finite" si rende necessario creare delle sinergie e delle conseguenti economie di scala, ancora più importanti in aree in cui il rapporto costo beneficio del sistema emergenza urgenza rischia di essere troppo alto. La rete stradale delle aree montane, inoltre, è un fattore critico soprattutto per i trasporti tempo dipendenti. La situazione può peggiorare a seguito di situazioni climatiche non così rare (neve, gelate). Alcuni eventi, anche recenti legati ad un dissesto idrogeologico possono rendere del tutto impraticabili le strade. In questo quadro, trovare delle modalità di gestione dell'urgenza emergenza che valichino i confini nazionali può consentire di dare risposte più coerenti al bisogno di salute anche in situazioni di viabilità compromessa. La cooperazione transfrontaliera diventa poi vitale in situazioni di eventi catastrofici. Inoltre le strutture sanitarie delle aree montane soffrono la carenza di personale sanitario e di personale sanitario specializzato in quanto risultano poco attrattive a causa della marginalità territoriale e delle ridotte dimensioni. In questa direzione si prevedrà l’avvio di forme di cooperazione per qualificare le due strutture per offrire un servizio adeguate ed efficace alle comunità territoriale e renderle più attrattive anche agli occhi del personale medico specializzato: la gestione di interventi in urgenza-emergenza con adeguamento strutturale e tecnologico dell'ospedale di Chiavenna; Incontri finalizzati ad individuare possibilità di cooperazione nel campo della formazione specialistica post laurea.

 


MODULO AGGIUNTIVO COVID (MAC)

Il MAC si propone di sperimentare l’attivazione di un Centro per i Disturbi Cognitivi. La sperimentazione di tale servizio ha infatti assunto carattere di elevata importanza proprio in ragione dei diversi lockdown e nei picchi della pandemia, poiché ha messo in risalto un’altra emergenza oltre a quella legata ai contagi: i pazienti alle prese con disturbi cognitivi e le loro famiglie.

Partner coinvolti nel MAC:
Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valtellina e dell’Alto Lario
Comunità Montana Valchiavenna