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WELCOMTECH

SINTESI
Un Welfare Comunitario E Tecnologico Per La Popolazione Anziana Vulnerabile.
Il progressivo invecchiamento della popolazione nei territori transfrontalieri delinea un costante incremento della domanda di servizi per la cronicità che il progetto si propone di rendere maggiormente sostenibili e accessibili sperimentando un intervento preventivo degli eventi acuti condiviso, rivolto alla popolazione ultra 65enne vulnerabile non intercettata dai servizi e suscettibile di decadere nella non autosufficienza. Si tratta di strutturare nei territori una rete comunitaria di sensibilizzazione e monitoraggio e di mettere a punto modalità di accesso e fruizione di servizi fondate sulla sincronizzazione delle risorse pubbliche e private che operano nell’ambito della domiciliarità introducendo i seguenti elementi innovativi: la riqualificazione degli operatori per i servizi alla persona in una prospettiva 2.0, la costituzione di una rete di tutor di comunità e lo sviluppo di sistemi di monitoraggio a supporto e protezione della popolazione target nei propri contesti di vita. L’approccio che s’intende adottare prevede modalità di lavoro congiunte, valorizzando le esperienze sviluppate sui due lati della frontiera, e l’utilizzo delle nuove tecnologie a sostegno del target di utenti. I benefici attesi sono conseguenti alla sperimentazione di un intervento preventivo su un target di 300 anziani vulnerabili e prevedono, nel breve periodo, un incremento della loro qualità di vita e, nel medio periodo, una riduzione dei costi sociali relativi alla cura e all’assistenza.


DURATA PROGETTO
27 mesi

DATA INIZIO
21/9/2018

DATA FINE
20/12/2020


ASSE
ASSE 4 - SERVIZI PER L’INTEGRAZIONE DELLE COMUNITÀ

OBIETTIVI
Obiettivo specifico 4.1 - Incremento delle soluzioni condivise per migliorare l’accessibilità dei servizi sociali di interesse generale sui due lati della frontiera, in particolare a vantaggio delle fasce maggiormente vulnerabili o a rischio di discriminazione

AZIONE
A) Iniziative per accrescere la qualità e la fruibilità dei servizi sociali e sanitari.


GRUPPI TARGET
I principali destinatari del progetto rientrano nell’ambito della fascia di popolazione ultra 65enne definita “vulnerabile”, che si colloca tra gli anziani indipendenti, soggetti prevalentemente in salute, inseriti socialmente e in grado di gestirsi autonomamente, e quelli dipendenti, affetti da patologie multiple croniche, non autosufficienti che devono ricorrere al sostegno dei servizi o dei familiari o delle assistenti familiari per la gestione delle azioni quotidiane. Una fascia di popolazione, quella vulnerabile - che rappresenta mediamente oltre il 25% dei soggetti ultra 65enni - presente particolarmente nelle zone montane scollegate dai servizi, che al fine di permanere nel proprio contesto di vita necessita, più o meno sporadicamente, del sostegno dei familiari o dell’aiuto di altri. Si tratta di soggetti generalmente non intercettati dai servizi, caratterizzati da una condizione precaria di autonomia e suscettibili di decadere, talvolta in maniera repentina, nella non autosufficienza, spesso più per fattori connessi ai disagi ambientali tipici dell’area alpina che per significativi decadimenti dello stato di salute. Il progetto si propone di intercettarne 300 unità. Inoltre, saranno coinvolti circa 90 operatori per i servizi alla persona che operano nell’ambito della domiciliarità anche nella prospettiva di implementarne le competenze professionali grazie alle opportunità connesse all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali coerentemente con l’obiettivo Eusalp 1 - Azione 3 relativo all’istruzione e formazione della forza lavoro. Infine, le azioni progettuali si propongono di intercettare almeno 60 risorse di volontariato dei territori del VCO, Cantone Ticino e Valle d’Aosta, compresi giovani animatori di comunità, disponibili a sostenere le azioni progettuali previste in particolare per i processi di alfabetizzazione digitale della popolazione della terza età.

STAKEHOLDER
La sperimentazione di un intervento preventivo rivolto alla popolazione anziana vulnerabile al fine di sostenere la loro qualità di vita presso il domicilio entro un disegno di ottimizzazione delle risorse pubbliche e private e di coinvolgimento di risorse aggiuntive comunitarie è oggetto di particolare attenzione da parte della sanità pubblica, nella fattispecie dell’ASL VCO, ma anche dei Consorzi di Servizi sociali del territorio nella prospettiva di orientare la riqualificazione della spesa pubblica e privata rispetto alle attuali modalità di erogazione. La stessa Regione Piemonte e la Regione Valle d’Aosta, partner di progetto, sono direttamente coinvolte nella definizione di modello da mettere a sistema nelle future politiche socio-sanitarie.
Per quanto riguarda il lato svizzero il Dipartimento cantonale della sanità e della socialità e la Scuola medico tecnica e la Scuola universitaria hanno ampiamente dichiarato che le azioni rivolte a permettere alla popolazione anziana di restare a domicilio il più a lungo possibile costituiscono una priorità nella strategia del Cantone Ticino in questo settore professionale.

PARTNER DI PROGETTO
Regione Piemonte / LISS, Laboratorio di Ingegneria dello Sviluppo Schürch / FONDAZIONE ISTITUTO SACRA FAMIGLIA ONLUS / RSA MASSIMO LAGOSTINA ONLUS / Fondazione Opera Pia Dr. Domenico Uccelli Onlus / Università Cattolica del Sacro Cuore / Regione Autonoma Valle d'Aosta / Comune di Domodossola

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
-


CAPOFILA ITALIA
Regione Piemonte


CAPOFILA SVIZZERA
LISS, Laboratorio di Ingegneria dello Sviluppo Schürch


VALORE TOTALE DEL PROGETTO
€ 1.030.028,52
CHF 293.634,80
CONTRIBUTO PUBBLICO FESR
€ 875.523,89
CONTRIBUTO PUBBLICO NAZIONALE ITALIANO
€ 50.006,43

 


WORKPACKAGES

1) PREPARAZIONE DEL PROGETTO
2) COORDINAMENTO E GESTIONE

Il modello organizzativo che si prevede di adottare per la gestione del progetto è di tipo funzionale ed è articolato in due livelli: quello transfrontaliero e quello territoriale. 1. Il primo livello è costituito dal Tavolo transfrontaliero e dal Gruppo di lavoro dedicato alla valutazione e monitoraggio. 1a. Il Tavolo transfrontaliero é un organismo permanente formato dai rappresentanti di tutti i partner di progetto che avrà innanzitutto la funzione di sostenere una reale ed efficace cooperazione transfrontaliera e, in particolare, avrà il compito di controllo e monitoraggio delle azioni progettuali al fine di verificare la loro coerenza con gli obiettivi stabiliti ed elaborare eventuali contromisure per le attività critiche. Al fine di assicurare l’effettivo svolgimento del mandato previsto il Tavolo sarà coordinato da una figura di management - coordinatore del Tavolo transfrontaliero - designata dal capofila italiano che svolgerà inoltre una funzione di raccordo tra il Tavolo stesso e i project manager dei tre territori (VCO, Valle d’Aosta e Cantone Ticino) per garantire che le attività sviluppate si svolgano nel rispetto del piano operativo e dello spirito di cooperazione. Il coordinatore si avvarrà del supporto delle funzioni di staff amministrative e di segreteria dei capofila. 1b. Il Gruppo di lavoro dedicato alla valutazione e monitoraggio ha lo scopo di salvaguardare due elementi particolari: la connessione tra l'attività di monitoraggio e quella più propriamente valutativa e la necessità di riconoscere la specificità dei tre territori all'interno di un disegno complessivo. A questi due elementi si aggiunge l'esigenza di impostare una valutazione in senso stretto riguardo alle soluzioni tecnologiche ad alta innovatività inserite nelle azioni (sistemi di monitoraggio e domicilio e tutor di comunità). Sulla base di queste premesse si prevede una regia di monitoraggio e valutazione centrale e sovra ordinata rispetto ai partner, che rappresenti un valido supporto al Tavolo transfrontaliero, che mantenga un legame con il livello locale per osservare cambiamenti e tendenze specifiche. In questo senso il referente per il monitoraggio avrà come interlocutori naturali e diretti i project manager delle tre aree. 2. Il secondo livello è costituito dalla struttura di project management e dai communication manager dei tre territori. 2a. Nella prospettiva di assicurare una gestione efficace, snella e funzionale delle attività progettuali si prevede di costituire una struttura di project management, che riporta al Tavolo transfrontaliero, composta da tre referenti territoriali che avrà il compito di garantire lo svolgimento delle attività a livello locale entro un quadro di cooperazione transfrontaliera e di assicurarne la realizzazione operativa secondo gli obiettivi del piano nel rispetto dei vincoli temporali e di budget. In particolare a livello organizzativo il project manager del territorio del VCO si avvarrà della collaborazione di operatori per i servizi alla persona referenti per le aree territoriali della provincia al fine di coordinare in maniera efficace le azioni connesse all’intercettazione della popolazione anziana vulnerabile e la successiva sperimentazione di erogazione di servizi. 2b. Per garantire un adeguato supporto alla strategia di comunicazione descritta nel WP2 nei tre territori coinvolti nel progetto saranno identificati altrettanti communication manager che avranno il compito di assicurare la realizzazione delle attività di comunicazione, secondo gli obiettivi di progetto e in accordo con la strategia di comunicazione governata dal Tavolo transfrontaliero. I referenti territoriali della comunicazione dovranno interagire con i rispettivi project manager.

3) COMUNICAZIONE
La strategia di comunicazione pensata per il progetto ha innanzitutto lo scopo di creare momenti dedicati di conoscenza e visibilità del Programma di cooperazione e delle relative opportunità. In secondo luogo si propone di cogliere l’occasione della disseminazione dei risultati di specifiche azioni progettuali per segmentare la comunicazione sui diversi gruppi target quali: beneficiari, grande pubblico, mass media e destinatari finali prevedendo, qualora possibile, il coinvolgimento dei destinatari stessi nella definizione dei messaggi e delle modalità comunicative. Infine, intende utilizzare gli strumenti di comunicazione disponibili, cogliendo anche le opportunità delle nuove tecnologie (media digitali e social media), avendo cura di diversificare strumenti e messaggi in funzione del target di popolazione che ci si propone di raggiungere con le azioni di comunicazione. Lo sviluppo della comunicazione del progetto segue pertanto un filo conduttore che parte dall’evento di lancio, previsto a ridosso dell’avvio del progetto, si sviluppa lungo le azioni progettuali individuando di volta in volta un target di interlocutori da raggiungere per approdare all’evento conclusivo che si prevede di sviluppare con la partecipazione e il coinvolgimento diretto dei principali destinatari delle azioni progettuali. La realizzazione del piano di comunicazione definito per il progetto sarà affidato a professionisti della comunicazione (il mandato contempla anche la realizzazione e la produzione dei materiali e lo sviluppo del sito web di progetto su piattaforma messa a disposizione dall’Autorità di Gestione) che dovrà operare in stretto contatto con i communication manager individuati nei tre territori allo scopo di assicurare la realizzazione effettiva delle attività di comunicazione previste in accordo con le indicazioni del Tavolo transfrontaliero e in sintonia con i referenti territoriali del Project management. In particolare i communication manager, che sono a stretto contatto con le realtà locali, dovranno assicurare l’aggiornamento costante e continuativo dei profili Facebook, Twitter e del canale Youtube e di coordinare la realizzazione delle narrazioni (story telling) raccolte nei territori su esperienze, storie ed emozioni dei destinatari e di tutte le risorse che ruotano attorno al progetto. La comunicazione sui social sarà parte integrante e attività fondamentale del progetto: • per promuovere le opportunità della cooperazione transfrontaliera; • per raccontare all’esterno e non solo agli addetti ai lavori, l’andamento del progetto e diffonderne i risultati; • per rendere il progetto conosciuto sul territorio transfrontaliero e non solo; • come strumento per realizzare appieno alcune azioni che mirano a coinvolgere la comunità; • per diffondere nuove pratiche di innovazione, in particolare sull’uso della tecnologia per le attività formative. Lo sviluppo della comunicazione sarà condotto con un approccio partecipato utilizzando gli strumenti della ricerca qualitativa, a partire dalla definizione della linea di comunicazione che verrà sviluppata con la partecipazione di tutti i partner di progetto e, a seguire, coinvolgendo i gruppi target per lo sviluppo dei messaggi specifici, in particolare gli operatori per i servizi alla persona, le risorse di volontariato destinate al ruolo di tutor di comunità e la popolazione anziana vulnerabile principale destinataria delle azioni progettuali. Si prevede inoltre di individuare momenti e strumenti di valutazione e monitoraggio specifici per le azioni di comunicazione.

4) SPERIMENTARE UN MODELLO INNOVATIVO DI SERVIZI IN CHIAVE PREVENTIVA PER LA POPOLAZIONE ANZIANA VULNERABILE
Allo scopo di favorire l’accessibilità ai servizi si intende mettere a punto e sperimentare un modello di intervento di prevenzione degli eventi acuti rivolto alla fascia di popolazione vulnerabile, attualmente non intercettata dai servizi, e collocata in particolare nelle vaste aree montane del territorio transfrontaliero. Il modello di intervento che si intende sviluppare, come precisato, è rivolto alla popolazione ultra 65enne vulnerabile, una fascia di utenti collocata tra la popolazione anziana non autosufficiente e gli indipendenti, caratterizzata da una condizione precaria di autonomia e suscettibile di decadere, talvolta in maniera repentina, nella non autosufficienza. Le attività previste per sviluppare tale modello prevedono: • la definizione del profilo dell’anziano vulnerabile e i bisogni associati avvalendosi del patrimonio di conoscenze dei due lati della frontiera e in particolare dei risultati di studi e ricerche preliminari già sviluppate nel territorio del VCO e del Cantone Ticino, tali ricerche sono state condotte con le tecniche non direttive ed hanno coinvolto attraverso interviste e focus operatori per i servizi alla persona e soggetti della fascia di popolazione interessata alla sperimentazione; • l’individuazione delle modalità ottimali per intercettare questa fascia di popolazione non nota ai servizi residente in particolare nelle aree montane marginalizzate; • lo sviluppo di attività domiciliari a carattere socio-sanitario rivolte a questo target di utenti definendo un pacchetto di servizi essenziali a carattere preventivo finalizzati a mantenere i soggetti il più a lungo possibile nei propri contesti di vita e prevenire le situazioni di acuzie. Sempre con la finalità di favorire l’accessibilità ai servizi si intende inoltre sviluppare, attingendo dalle esperienze avviate nei due lati della frontiera, un modello innovativo di residenza socio-assistenziale orientata al territorio che possa configurare tali strutture come luoghi di servizio, anche con finalità economiche, di benessere e di relazioni sociali per la popolazione anziana dei territori circostanti. In questa prospettiva si prevede di mettere a fattor comune la propensione delle RSA italiane verso l’erogazione di servizi alla persona presso il domicilio degli utenti e le sperimentazioni di attività di servizio in struttura - quali panetteria, luoghi di aggregazione, servizi postali ecc. - sviluppate dalle Case per anziani del Cantone Ticino in particolare a favore della popolazione anziana dei territori circostanti. L’obiettivo è quello di definire, dalla commistione di queste due specifiche sperimentazioni di servizi “al territorio” e “per il territorio”, un modello di casa di riposo che rappresenti un efficace riferimento per il contesto territoriale transfrontaliero.

5) SVILUPPARE RETI DI MONITORAGGIO UTENTI A DOMICILIO
L’obiettivo del potenziamento dei servizi territoriali rivolti alla popolazione anziana vulnerabile per favorire la permanenza a domicilio dei soggetti prevede anche il supporto delle tecnologie digitali. Nella prospettiva progettuale la tecnologia è finalizzata ad assicurare agli utenti target maggiori condizioni di sicurezza garantendo un costante monitoraggio delle abitudini di vita e un’interazione con gli operatori dei servizi e con i propri familiari. Questa soluzione innovativa sarà sperimentata individuando un target selezionato di 40 soggetti nell’ambito dei 300 anziani vulnerabili che saranno raggiunti nel corso del progetto e riguarderà i soggetti maggiormente marginalizzati sia dal punto di vista logistico che relazionale. La sperimentazione si avvale in particolare dell’esperienza sviluppata da capofila svizzero che ha realizzato una soluzione prototipica in grado di monitorare, con modalità di vigilanza diurna e notturna, in forma intelligente e discreta la regolarità comportamentale dei soggetti che intendono permanere il più a lungo possibile nel proprio domicilio. La scelta di utilizzate tale soluzione tecnologica - che prevede un rapporto passivo con gli utenti - parte dal presupposto dell’esistenza di un divario tecnologico che caratterista questa generazione di anziani rispetto alle generazioni più giovani. Sarà cura del progetto cercare di colmare questo digital divide mettendo in campo delle risorse definite “tutor di comunità” (cfr. WP6) allo scopo di accompagnare gli utenti all’utilizzo delle nuove tecnologie in una prospettiva di sviluppo della socializzazione e di interazione con i servizi.

6) INCREMENTARE LE COMPETENZE OPERATORI PER I SERVIZI ALLA PERSONA GRAZIE ALLE NUOVE TECNOLOGIE
Nell’ambito delle attività rivolte allo sviluppo di una comunità competente una particolare attenzione è rivolta alla implementazione delle conoscenze degli operatori per i servizi alla persona che operano nell’ambito della domiciliarità. In questa prospettiva, allo scopo di assicurare agli utenti un miglior livello qualitativo di servizi si intende investire nella formazione di operatori per i servizi alla persona 2.0 in grado di utilizzare la tecnologia per le attività domiciliari, in particolare per quanto riguarda la rilevazione dei parametri clinici vitali. Si tratta di una soluzione che consente il monitoraggio costante dei soggetti attraverso strumenti che garantiscono un approccio scalabile e modulare adattabile e configurabile alle esigenze di ciascuno. Peraltro i parametri acquisiti, grazie all’uso della soluzione tecnologica individuata, potranno essere trasmessi in tempo reale ad una centrale operativa per consentire una monitoraggio costante della popolazione anziana vulnerabile coinvolta nel progetto favorendo la fruizione di servizi qualitativamente più efficaci. Si prevede pertanto di acquisire le attrezzature descritte e di realizzare una edizione di corso di formazione professionale per operatori per i servizi alla persona che oltre ai contenuti tradizionali introduca lo sviluppo di competenze per la gestione dei kit di monitoraggio che saranno poi adottati nelle attività domiciliari.

7) COINVOLGERE NUOVE RISORSE DI CAPITALE SOCIALE COME TUTOR DI COMUNITÀ
Nella prospettiva progettuale uno degli elementi innovativi per favorire l’accesso ai servizi e la sostenibilità degli stessi è rappresentato dal coinvolgimento di risorse comunitarie, definite tutor di comunità, in grado di promuovere l’apprendimento dei nuovi linguaggi e competenze essenziali per la familiarizzazione con i dispositivi digitali presso la popolazione target, al fine di colmare il digital divide esistente verso le generazioni giovani e adulte, in una prospettiva di sviluppo della socializzazione e di interazione più snella con i servizi. Un’azione che ha l’obiettivo di rafforzare le reti di relazioni in presenza e a distanza dei soggetti coinvolti in particolare per i soggetti residenti nelle aree più marginalizzate del territorio transfrontaliero. Si prevedono pertanto azioni dedicate all’intercettazione di risorse di volontariato con le modalità che saranno definite dal tavolo transfrontaliero che saranno coinvolte in un percorso formativo finalizzato a fornire le competenze necessarie per interagire con la popolazione anziana. A questo scopo si intendono capitalizzare le esperienza sviluppate sui due lati della frontiera ed in particolare: . quelle del VCO maggiormente orientate all’intercettazione di risorse di volontariato dedicate allo sviluppo di servizi accessori alla popolazione anziana; . quelle del Cantone Ticino centrate maggiormente sulla formazione di tutor per alfabetizzare la popolazione anziana alla comunicazione a distanza. L’obiettivo è quello di delineare un profilo di “Tutor di comunità”, un sorta di mediatore tecnologico con vocazione sociale con competenze tecniche, psicologiche ed educative funzionali ad entrare in relazione con i soggetti e saper gestire i gruppi e le reti sia in presenza che online e in grado di promuovere l’apprendimento dei nuovi linguaggi e delle tecnologie digitali presso la popolazione target. Un’azione che ha l’obiettivo di rafforzare le reti di relazioni in presenza e a distanza dei soggetti coinvolti.