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AMALPI MORE

Inizio progetto gennaio 2025

SINTESI
L’evoluzione climatica sta portando a variazioni delle temperature e delle precipitazioni sia in termini spaziali che temporali, implicando importanti modifiche del ciclo idrologico e della modalità di accadimento dei fenomeni ad esso connesso, tra cui eventi gravitativi e di dissesto idrogeologico come frane, valanghe e alluvioni (Beniston et al., 2018; Gariano and Guzzetti, 2016; Tabari, 2020). Tra gli aspetti più significativi, ad alte quote si riconoscono l’aumento delle frequenze di fenomeni di caduta sassi, frana di crollo e valanga di roccia e l’estensione della stagione in cui è possibile osservare colate detritiche. L’aumento della frequenza dei crolli è legato a condizioni termiche mai osservate nel recente passato, che stanno portando all’innesco di eventi a quote sempre crescenti per cicli gelo-disgelo più frequenti e la degradazione del permafrost (Stoffel et al., 2024).
Nelle aree di alta quota alpine sono anche presenti molte strutture e infrastrutture prevalentemente connesse ad attività turistico-ricreative (funivie, impianti di risalita, stazioni di arrivo, rifugi e bivacchi). È inoltre noto, che soprattutto nei contesti vallivi alpini, tali eventi impattano pesantemente anche sui fondivalle antropizzati.
In questo contesto, si configurano quindi scenari multirischio (cascading events) potenzialmente inediti (es., Walter et al., 2020), a causa del presentarsi di condizioni climatiche che non hanno precedenti nel recente passato (decine di migliaia di anni). A.M.ALPI. MO.RE. si propone quindi di sviluppare un sistema, incardinato intorno all’AMALPI Center (il Centro grandi frane alpine, esito del progetto interreg A.M.ALPI.18), che ha lo scopo di: (i) monitorare i singoli processi e le loro relazioni; (ii) comprenderne la variabilità in termini di quote di accadimento, periodi e possibili volumi coinvolti; (iii) prevedere l’evoluzione di scenari multirischio inediti; (iv) promuovere iniziative per aumentare la consapevolezza delle cause e delle conseguenze dei cambiamenti climatici, attraverso iniziative congiunte di sensibilizzazione e formazione, potenziando l’offerta dello stesso AMALPI Center come fulcro della promozione di resilienza territoriale e operativa ai disastri; (v) favorire lo scambio dei dati tra i soggetti istituzionali e competenti, anche facendone l’AMALPI Center il luogo di riferimento per la loro disponibilità; (vi) migliorare il sistema di prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze, promuovendo interventi di segnaletica e avvisi per comunicare le allerte della protezione civile e le interruzioni lungo le infrastrutture di trasporto alla popolazione e ai turisti; vii) la dotazione del territorio di infrastrutture transfrontaliere per l’alloggiamento di emergenza in caso di calamità e blocco di infrastrutture o per cittadini sfollati/bloccati, o per operatori delle strutture operative di protezione civile.
L’implementazione di una rete di monitoraggio dei movimenti di versante (fenomeni franosi in roccia e detriti e deformazioni legate alla presenza di permafrost) e dei principali parametri idro-meteorologici (precipitazioni, temperature, nivosità, umidità, qualità delle acque) consentirà di valutare e quantificare l'impatto dei cambiamenti climatici sui territori di alta montagna in maniera integrata (trasferimenti sedimentario da monte verso valle, impatto sulla quantità e la qualità delle risorse idriche).
L’analisi a scala regionale e locale dell'impatto dei cambiamenti climatici consentirà di aumentare la prevenzione dei pericoli naturali e la resilienza dei territori impattati grazie all'incremento delle strategie di adattamento.
Grazie al maggiore scambio di dati e alla migliore condivisione di metodologie e tecnologie digitali nell'ambito del monitoraggio e della valutazione dell'impatto dei cambiamenti climatici, si accresceranno le competenze in materia del personale dedicato, grazie anche a uno scambio di buone pratiche e formativo fra ricercatori e rappresentati delle autorità regionali e locali.
A lungo termine, si otterrà quindi una migliore visione dell’impatto dei cambiamenti climatici sui movimenti di versanti di alta montagna (fenomeni franosi e permafrost), con la possibilità di scalare un problema globale al contesto regionale e, grazie al confronto fra i siti di monitoraggio, di adattarne le specificità ai contesti locali che potranno svilupparsi/presentarsi nel prossimo futuro. Si otterrà di conseguenza un miglioramento nell'adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare per quanto concerne il monitoraggio e la prevenzione degli eventi estremi di natura geologica e idrologica e la gestione quantitativa e qualitativa dell'acqua.

OBIETTIVO 
RSO 2.4 Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe e la resilienza
L’obiettivo del progetto è approfondire gli effetti del cambiamento climatico sui mutamenti della montagna, monitorare (con metodi innovativi) le aree sensibili, individuare l’evoluzione degli scenari di rischio. I dati raccolti serviranno ad aumentare la consapevolezza sui fenomeni tra gli operatori e i cittadini, consentendo azioni di preparazione all'emergenza. Tali azioni saranno incentrate anche sul potenziamento del ruolo dell’AMALPI Center realizzato nel precedente progetto A.M.ALPI.18.

CAPOFILA
Politecnico di Milano - Polo territoriale di Lecco

PARTNER
Fondazione Politecnico di Milano - Sede Operativo di Lecco
Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro (Sondrio)
Comune di Piuro (Sondrio)
Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana - Dipartimento ambiente costruzioni e design (DACD)/ Istituto scienze della Terra (IST) (Cantone Ticino)
Regione Lombardia - Direzione Generale Territorio e Sistemi Verdi Unità organizzativa Difesa del suolo e Gestione attività commissariali Struttura Attuazione interventi di difesa del suolo di interesse regionale
Scola de Umanità impresa sociale s.r.l. (Monza)
Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Scienze della Terra ‘A. Desio’, Stazione Valchiavenna per lo Studio dell’Ambiente Alpino (Milano)
Università degli Studi di Milano-Bicocca - Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (Milano)
Comunità Montana della Valchiavenna (Sondrio)
Ufficio dei pericoli naturali, degli incendi e dei progetti - Dipartimento del Territorio / Divisione dell’ambiente / Sezione forestale (Cantone Ticino)
Comune di Bregaglia (Cantone dei Grigioni)

BUDGET
1.500.000 €
 
RILEVANZA E CONTESTO
Le zone alpine in Italia e Svizzera hanno da sempre dovuto convivere con pericoli naturali legati alla morfologia del territorio di alta montagna, interessato da una serie di fenomeni avversi, tra cui eventi gravitativi e di dissesto idrogeologico come frane, valanghe e alluvioni. Questi fenomeni impattano sul territorio, in particolare sugli elementi esposti (edifici, infrastrutture ecc.) e sulla sicurezza delle persone, quali residenti e turisti, e possono propagarsi come eventi singoli o come combinazione di eventi “a cascata”, anche, sui fondivalle antropizzati. Vi sono eclatanti esempi di grandi frane alpine, come le frane di Pizzo Cengalo del dicembre 2011 e dell’agosto 2017, del Monte Crenone e della Buzza di Biasca del 1513-15 e di Piuro del 1618. Nell’ambito del progetto interreg Italia – Svizzera A.M.ALPI.18 si è affrontata una prima sfida territoriale che ha creato un percorso di cultura e conoscenza delle Alpi, oggi, ci si pone un’ulteriore sfida non solo di integrare il precedente progetto, ma anche di contribuire alla strategia di una visione a lungo termine affinché l’UE diventi una società resiliente e pienamente adattata agli effetti inevitabili dei cambiamenti climatici entro il 2050.
Infatti, il cambiamento climatico sta portando a variazioni delle temperature e delle precipitazioni sia in termini spaziali che temporali con impatti rilevanti sul ciclo idrologico e su tutte le fenomenologie ad esso collegate. Il dissesto idrogeologico, per definizione, rappresentando lo scostamento tra la naturale divagazione delle acque sulla superficie terrestre e nel sottosuolo e l’interazione tra questa divagazione ed il sistema antropizzato, costituisce un elemento sostanziale di squilibrio e quindi di rischio per le popolazioni.
Pertanto, il progetto mira a riuscire a implementare una rete di monitoraggio dei movimenti di versante (fenomeni franosi in roccia e detriti e deformazioni legate alla presenza di permafrost) e dei principali parametri idrometeorologici (precipitazioni, temperature, nivosità, umidità, qualità delle acque, ecc.) che consenta di valutare e quantificare l’impatto dei cambiamenti climatici sui territori di alta montagna in maniera integrata (trasferimenti sedimentario da monte verso valle, impatto sulla quantità e la qualità delle risorse idriche) e di definire delle traiettorie di evoluzione sovraregionali (a livello del Sud delle Alpi) che vadano oltre le specificità locali e/o regionali di un singolo sito di monitoraggio.
L’obiettivo è quello di ottenere una maggiore (e quindi migliore) conoscenza dell’impatto dei cambiamenti climatici sui territori di alta montagna, così da incrementare nuove strategie di adattamento e resilienza ai pericoli naturali. 
Il progetto affronta le sfide correlate all’adattamento al cambiamento climatico nei territori di montagna siti nel contesto alpino mediante la definizione di obiettivi raggiungibili con la realizzazione di attività inerenti: all’implementazione della rete di monitoraggio dei movimenti di versante (fenomeni franosi in roccia e detriti e deformazioni legate alla presenza di permafrost); alla raccolta dei dati esistenti, sull'evoluzione del contesto alpino e del degrado del permafrost, e di nuovi dati che possano consentire l’interpretazione dei fenomeni evolutivi in alta quota e alla correlazione tra le variabili idro-termo-meteorologiche e le misure geomeccaniche, poste nel contesto e nella prospettiva dell'evoluzione delle condizioni climatiche a lungo termine; alla modellazione dei fenomeni evolutivi delle pareti rocciose e del permafrost; alla condivisione dei risultati conseguiti nel corso del progetto tramite l’organizzazione di eventi, di workshop e corsi di formazione per aumentare il grado di consapevolezza, nonché con l’allestimento dell’ AMALPI Center, come fulcro della promozione di resilienza territoriale e operativa ai disastri.

GRUPPI TARGET
Autorità pubblica regionale
Autorità pubblica locale
Educazione superiore e organizzazione di ricerca
Centro di istruzione/formazione e scuola
Cittadini

PIANO DI LAVORO
Monitoraggio ambientale e geomeccanico in ambiente alpino: raccogliere dati sull'evoluzione del contesto alpino e del degrado del permafrost. La raccolta dati in siti di alta e media quota in territorio italiano e svizzero è funzionale all'obiettivo di descrivere e comprendere i fenomeni evolutivi.
Interventi di prevenzione e gestione dei rischi di catastrofe nell’area transfrontaliera. Maggiore scambio di dati e migliore condivisione di metodologie e tecnologie digitali nell'ambito del monitoraggio e della valutazione dell'impatto dei cambiamenti climatici e della gestione di eventi naturali. Questo supporterà l'analisi a scala regionale e locale dell'impatto dei cambiamenti climatici allo scopo di aumentare la prevenzione dei pericoli naturali e la resilienza dei territori impattati grazie all'incremento delle strategie di adattamento e l'introduzione di un sistema di allerta aggiuntivo per la valle. L'obiettivo è anche quello di ottenere delle accresciute competenze in materia del personale dedicato, grazie a uno scambio di buone pratiche e formativo fra ricercatori e rappresentati delle autorità regionali e locali.
Azioni di promozione e dotazione di strumenti di resilienza territoriale: promozione della resilienza territoriale ai disastri, da intendersi come la capacità di un territorio di sapersi riprendere dalle perturbazioni causate dall'evento calamitoso. A tal fine, le comunità devono poter contare su risorse di diverso tipo, non solo economiche, ma anche materiali e immateriali. Coerentemente il WP punterà ad aumentare entrambe. 

RISULTATI
Sia per quanto attiene al monitoraggio relativo agli effetti del cambiamento climatico (con la rete e gli strumenti installati e con il sistema gestione dati), sia per individuare soluzioni di gestioni del rischio catastrofi (mobilità lungo la Val Bregalia), sia per aumentare la resilienza (soluzioni alloggiative), il progetto dà contributi significativi con soluzioni concrete all'obiettivo specifico per cui si presenta.
Le attività indirizzate a pubblici diversi (scuole secondarie di primo e secondo grado, corsi universitari e post-universitarie, tecnici della montagna, cittadinanza), promuovono la conoscenza e la consapevolezza del rischio indotto dai fenomeni di frana in ambiente montano, anche in relazione al cambiamento climatico in atto. Con la formazione acquista dai partecipanti cresce la resilienza della popolazione contribuendo alla mitigazione del rischio. Inoltre, la formazione tecnica rivolta agli specialisti della montagna favorirà la corretta e sostenibile gestione e pianificazione territoriale. Il fulcro delle attività sarà l’AMALPI Center.
Il valore aggiunto dell’azione cooperativa transfrontaliera nel progetto A.M.ALPI. MO.RE. è lo sviluppo di una nuova dimensione concettuale di continuità territoriale mediante la sperimentazione di azioni pilota, quali AMALPI Center e Sistema di monitoraggio. Dopo la conclusione del progetto Regione Lombardia, anche attraverso ARPA Lombardia, la Comunità Montana della Valchiavenna, la Scola de Umanità, oltre gli enti territoriali, universitari e scientifici interessati rimarranno coinvolti nello scambio delle conoscenze, nella condivisione dei dati e nella disseminazione dei risultati del progetto.
L'obiettivo è avere, una volta attuato il progetto, l'attiva cooperazione di tutti i partner (seppur con ruoli e funzioni diverse), soprattutto nella gestione dei pericoli naturali legati all'ambiente di alta montagna e nell'adattamento delle strategie di previsione, prevenzione e mitigazione in risposta al cambiamento climatico.


 

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