Web Content Viewer (JSR 286) 15min

Azioni
Caricamento...

CHE-NOBEL

Inizio progetto gennaio 2025

SINTESI
Il progetto CHE-NOBEL, acronimo di Cure ospedaliere emozionali tra Novara e Bellinzona, nasce allo scopo di migliorare la patient-experience per i pazienti degli ospedali Maggiore della Carità di Novara (Italia) e dell’Istituto Pediatrico della Svizzera Italiana dell'Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona.
L’approccio comune tra i partner transfrontalieri è quello di sviluppare e valorizzare azioni sperimentali con il potenziamento dello scambio di conoscenze in ambito scientifico, e adottare nuovi approcci qualitativo-relazionali finalizzati alla digital therapy in ospedale. Il progetto intende pertanto attuare azioni per il supporto psico-emotivo alla cura, attraverso l’utilizzo di tecnologie multimediali con linguaggi espressivo-artistici filtrati dalla supervisione medica. 
Tali procedure hanno lo scopo di abbattere il livello d’ansia nei pazienti che sono sottoposti a terapie complesse e spesso debilitanti. Si pensi ai soggetti a rischio, quali pazienti dei reparti di Nefrologia, Onco-Ematologia, Pronto Soccorso. Non solo: particolare attenzione sarà posta verso i reparti neonatali e pediatrici, dove è fondamentale l’approccio della gioco-terapia per i bambini o un supporto finalizzato al confort psicologico delle donne partorienti e delle puerpere. 
CHE-NOBEL intende generare un cambiamento affinché i pazienti di due importanti ospedali dell’area transfrontaliera possano affrontare il percorso di cura avvalendosi di nuove metodologie che si basano sulla filosofia dell’umanizzazione della cura. Dall’altro lato, il progetto intende capovolgere una visione dell’ospedale strutturato prevalentemente sulle esigenze tecniche dettate da personale sanitario e amministratori pubblici, a favore di un approccio alla cura che tenga conto del “sentiment” del malato.
Il progetto vedrà la trasformazione dei reparti in “reparti emozionali” con la creazione di experience multimediali coinvolgenti nelle sale terapia, nelle aree chirurgiche e in quelle comuni. Questo dopo una fase di confronti scientifici e scambi tra le due realtà ospedaliere dell’area di cooperazione. Allo stesso modo si intende mettere in campo un processo di informazione, attraverso la creazione di un'App che consentirà ai pazienti di entrambi i nosocomi di potersi orientare con facilità all’interno del mondo-ospedale, dalla ricerca dei reparti al supporto all’accesso alla cura. 
Tale applicazione coinvolgerà anche il personale sanitario che avrà canali dedicati per lo scambio di informazioni e sarà formato per adottare l’approccio dell’ospedale amico. 
La metodologia che si prospetta come modello pionieristico di cura, per cogliere le nuove sfide della medicina, ha bisogno di un approccio non solo localistico, ma di cooperazione internazionale, già individuato grazie a primi esperimenti che separatamente sono stati messi in campo dalle compagini progettuali. Il progetto favorirà un costante scambio tra Italia e Svizzera per confrontare le diverse pratiche scientifiche, tecnologiche e operative sull’adozione della patient-experience. 
La novità assoluta sta nell’affrontare con gli allestimenti esperienziali interi reparti, per un miglioramento significativo dei sistemi di cura. La filosofia di CHE-NOBEL è quindi quella di utilizzare il momento pre-terapico per costruire una relazione positiva, che predisponga il paziente a una migliore tolleranza delle terapie, e di conseguenza a una migliore risposta.
Pagina Facebook

OBIETTIVO 
RSO 4.5 Garantire parità di accesso all'assistenza sanitaria e promuovere la resilienza dei sistemi sanitari, compresa l'assistenza sanitaria di base, come anche promuovere il passaggio dall'assistenza istituzionale a quella su base familiare e sul territorio
Applicare a livello transfrontaliero nuovi approcci di "cura emozionale" con l'uso di strumenti tecnologici al servizio del miglioramento della patient-experience negli ospedali di Bellinzona e di Novara per categorie a rischio (pediatria e ostetricia, ematologia, dialisi, pronto soccorso). Si prevede di contenere il livello di stress pisco-fisico di pazienti e caregiver con allestimenti multimediali, un processo di informazione dei cittadini e con la formazione di personale sanitario insubrico.

CAPOFILA
Fondazione L'Universicà la bottega dei mestieri (Verbano-Cusio-Ossola)

PARTNER
Ente Ospedaliero Cantonale - Istituto Pediatrico della Svizzera Italiana (IPSI) (Cantone Ticino)
Mediaper srl (Novara)
Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara

BUDGET
659.464,56 €
300.000,00 CHF (contributo svizzero) 

RILEVANZA E CONTESTO
Il progetto nasce dall’idea di valorizzare e sviluppare le potenzialità di azioni sperimentali simili, germogliate nell’area transfrontaliera.
Da una parte l’Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara, cui afferiscono pazienti da tutto l’Alto Piemonte; dall’altra l’Ente Ospedaliero Cantonale - sede di Bellinzona e Valli, cui fa riferimento l’area Ticinese. A Novara, in collaborazione con Fondazione L’UniversiCà e Mediaper srl, sono state create experience multimediali per animare le pre-sale operatorie di pediatria e rendere meno impattante da un punto di vista emotivo, l’ingresso nel blocco chirurgico. In Svizzera, è stata realizzata una sala tematica con un simulatore a forma di astronave, per preparare i pazienti pediatrici da un punto di vista psicologico alla risonanza magnetica, riducendo le necessità di anestesia. Entrambe le sperimentazioni, slegate tra loro, rientrano nel settore della “cura emozionale” e del miglioramento della patient-experience.
I partner, venuti a reciproca conoscenza di queste attività, hanno rilevato che nell’area di Programma vi sono comuni bisogni nell’ambito di tali nuove sfide dell’assistenza sanitaria. Nello specifico, occorre adottare approcci e strumenti digitali migliorativi, a favore di particolari gruppi di pazienti, come quelli pediatrici, ematologici, dializzati.
Tale orientamento rientra in una concezione che vede la trasformazione dei servizi sanitari in un sistema nel quale è necessario individuare nuovi criteri operativi di riferimento, applicabili alle diverse prestazioni e ai diversi luoghi, a partire dal rapporto ospedale-paziente e ospedale-famigliari.
Si consideri oltretutto che la “Diagnostica territoriale dell’area di confine Svizzera-Italia” rileva da una serie di interviste e dall’analisi SWOT, che le necessità nell’area di Programma concernono il superamento del ritardo nella digitalizzazione e la capacità generale di innovazione inferiore alla media. Si ritiene che il potenziamento dello scambio di conoscenze in ambito scientifico, grazie all’adozione di nuovi approcci qualitativo-relazionali e alla digital therapy in ospedale, possa rappresentare un valore aggiunto per il miglioramento significativo dell’esperienza dei pazienti.
Si rende necessaria una iniziativa che tenga conto delle potenzialità della costruzione condivisa di soluzioni per il miglioramento dell’assistenza ospedaliera, in un territorio dove sussistono omogeneità e differenze, legate da una serie di esigenze comuni. Tra queste, il superamento di un impasse per cui fino a oggi si registra, anche nella citata Diagnostica, un basso grado di specializzazione nelle tecnologie della comunicazione e dell'informazione. Il fabbisogno rilevato impone di affrontare questi problemi collettivi, registrati da entrambi i lati del confine, sviluppando soluzioni congiunte a bisogni simili.
L’esigenza generale del miglioramento della qualità della cura sull’area di confine, passa dalla necessità di attuare procedure per verificare la corrispondenza tra le singole attività svolte durante l’accoglienza dei pazienti e determinati standard qualitativi. Esigenze in linea con gli obiettivi del sistema sanitario comunitario. 
Si consideri che l’Ospedale Maggiore di Novara è il secondo nosocomio del Piemonte e il più importante dell’area Nord-Orientale della Regione con una “copertura” di utenza che arriva e sconfina a livello internazionale con la Svizzera. Parimenti l’Ospedale San Giovanni di Bellinzona con la propria attività d’eccellenza anche pediatrica, funge da centro di riferimento sia per il distretto cittadino che per le Tre Valli (Blenio, Leventina e Riviera) e si trova a intersecare l’operatività con l’area del Maggiore.
Gli obiettivi progettuali inerenti lo sviluppo di un nuovo format di assistenza, rivolto a categorie ospedaliere a rischio, risultano come modello pioneristico che intende cogliere le nuove sfide della medicina. Ciò richiede un approccio non solo locale, ma di cooperazione internazionale, che è stato individuato grazie ai primi esperimenti che separatamente sono stati messi in campo dalla compagine progettuale.
A tal fine, dopo una serie di contatti, si è verificato che risulta indispensabile attuare un costante scambio di conoscenze per confrontare le diverse pratiche scientifiche e operative di approccio alla materia, individuando i migliori metodi di supporto alla cura.
Le caratteristiche di tali metodologie coinvolgono molteplici aspetti - non solo sanitari – da affrontarsi con una visione che superi campanilismi e la mera soluzione localistica.
Il confronto tra competenze e la relazione tra partner internazionali, facilita l’attivazione di percorsi complessi, altrimenti di minore efficacia, a beneficio di una vasta platea di destinatari dell’area.
Si va dall’attenzione alla dimensione affettiva dei pazienti, alle tecniche di storytelling; dalle implicazioni cognitive e socio-relazionali alla riduzione dei traumi psicologici legati al trattamento, fino alla formazione dei caregiver e del personale. Proprio il gruppo target del personale sanitario potrà giovare delle best-pratices indotte dal raffronto con gli omologhi, generando un reciproco e positivo aggiornamento delle competenze in corsia, sull’uso di tecnologie digitali di supporto al paziente e agli operatori stessi.
L’adozione del nuovo approccio con una riformulazione di alcuni servizi ospedalieri, nel costante rapporto tra i partner Italo-Svizzeri, consentirà di ridurre la pressione di stress sui centri coinvolti.
Il networking attivato con il progetto, vuole essere l’innesco per generare un “sistema comune” di supporto alla cura, che vada a beneficio dei pazienti e dell’organizzazione pubblica, e di conseguenza della collettività dell’area di confine.

GRUPPI TARGET
Ospedale e centro medico
Cittadini
Altri

PIANO DI LAVORO
Supporto alla cura con tecnologie multimediali per soggetti fragili ospedalizzati. riduzione dello stress psico-emotivo dei pazienti fragili che si sottopongono a terapie di particolare intensità, e dei loro caregiver. Un gruppo target formato da cittadini dell’area insubrica in condizioni di inabilità, di rischio e d’urgenza (Onco-ematologia, Nefrologia, Pronto Soccorso, Rianimazione pediatrica). Le  experience emozionali introdotte intendono integrare e valorizzare il momento pre-terapico con la costruzione di una relazione positiva. Verranno introdotti contenuti artistico-culturali negli spazi ospedalieri per creare la percezione di “luogo amico”. Obiettivo è migliorare la tolleranza dei pazienti a trattamenti invasivi e/o debilitanti (es. chemioterapie, dialisi) e coadiuvare l’ottenimento dei risultati delle cure. L’approccio illustrato andrà anche a beneficio dei caregiver, spesso costretti a lunghe attese che si aggiungono allo stress di condividere l’esperienza ospedaliera per un parente o un amico in difficoltà. 
Sviluppo di patient-experience emozionale in reparti ostetrico, neonatali e pediatrici. Migliorare l’impatto emotivo sui pazienti pediatrici, i loro famigliari e sulle partorienti. Con l’ausilio di multimedialità e strumenti tecnologici, si intende mitigare l’esperienza di “dolori procedurali” che impattano sulla psiche dei piccoli pazienti. L’obiettivo è pure quello di stimolare emozioni positive durante il ricovero in ostetricia, e nelle fasi pre e post-parto. Nello specifico, all’Istituto Pediatrico dell'EOC si vuole offrire una mediazione tecnologica alle cure nelle aree di attesa e di visita del Pronto Soccorso pediatrico, in radiologia, nelle sale per la preparazione ad “atti invasivi” e in tre sale operatorie utilizzate anche per interventi di pediatria. Al Maggiore l’obiettivo sarà quello di rendere il reparto di ostetricia e neonatologia, comprese le sale parto, ambienti “emotional hug”, ovvero un abbraccio emozionale in grado di coadiuvare le procedure mediche, agendo sulla psiche dei pazienti e degli accompagnatori per ridurre il livello di stress.
Friendly Hospital: processo formativo dei pazienti, dei famigliari e del personale. Si vuole rispondere a due esigenze che si verificano frequentemente nei plessi ospedalieri: l’orientamento per l’accesso ai servizi e il rafforzamento dell’informazione verso l’utenza, sia essa esterna (pazienti – caregiver) che interna (operatori sanitari - volontari). Tramite uno strumento condiviso (app) si informeranno pazienti e caregiver sugli aspetti medici e organizzativi di due plessi di grande importanza nell'area transfrontaliera: come orientarsi con facilità all’interno del proprio ospedale; le caratteristiche delle terapie o esami a cui ci si dovrà sottoporre; le procedure da espletare per poter accedere alla prestazioni sanitarie. Un altro ambito sarà legato alla formazione professionale del personale sanitario per l'uso delle tecnologie esperienziali e l'adozione delle corrette procedure per il supporto alla cura umanizzata.

RISULTATI
Risultati previsti: attivazione di esperienze di play therapy nel reparto pediatrico dell'Eoc di Bellinzona e di nuove modalità di accoglienza in neonatologia all'Ospedale Maggiore finalizzate alla riduzione della percezione di paura e stress nel trattamento; attivazione di percorsi di supporto clinico in Emodialisi ed Ematologia al Maggiore, con allestimenti multimediali e supporto psicologico. 
La finalità è quindi quella di fornire agli utenti dell'area transfrontaliera fruiranno di un'esperienza ospedaliera migliorata e umanizzata grazie alle soluzioni previste. Le soluzioni, al momento non presenti nei reparti, consentiranno di attivare procedure innovative di supporto alla cura per la riduzione dello stress nei pazienti e nei caregiver. 
I pazienti fragili interessati da percorsi clinici impegnativi avranno a disposizione strumenti volti a instaurare una relazione emozionale positiva per ridurre il livello di stress psicofisico dovuto alle terapie.
Risultati previsti: sviluppo di app informativa e di supporti di comunicazione per rendere l'utente ospedaliero e il personale informato sull'organizzazione del luogo di cura.
Infatti il raggiungimento di un obiettivo che porti a un ospedale umanizzato passa anche attraverso la formazione di un'utenza consapevole del mondo ospedale. Il risultato mira al superamento della sensazione di disorientamento che il cittadino vive nel rapporto con la struttura sanitaria soprattutto se complessa e di alta specializzazione. Anche attraverso l'app e le operazione di informazione previste, si ridurrà lo stress sul personale sanitario riducendone il carico di lavoro nel rapporto con il pubblico che avranno a disposizione uno strumento completo in grado di orientarli a più livelli: logistico, clinico, burocratico. Tali soluzioni hanno lo scopo di rendere l'ospedale un friendly place. 
Al termine del progetto i partners proseguiranno la propria cooperazione iniziata con la fase di confronto e scambio di informazioni scientifiche e tecniche. Il mantenimento infatti dell'applicazione e l'aggiornamento di contributi nei supporti multimediali potrà continuare anche dopo la conclusione. I due centri ospedalieri dovranno cooperare tra loro per l'implementazione ulteriore dell'app; gli altri partner contribuiranno alla creazione o manutenzione delle experience.
 

Logo CHE-NOBEL

Documento compresso - 204 KB