Inizio progetto gennaio 2025
SINTESI
Il Progetto ECO4TICINO mira a ottenere una gestione coordinata della biodiversità transfrontaliera lungo il Corridoio Ecologico del Fiume Ticino, costituito da un’ampia area condivisa da regione Piemonte, Lombardia e Canton Ticino, che comprende gli ecosistemi acquatici e terrestri legati al Fiume. Le principali sfide che gli attori territoriali italo-svizzeri devono affrontare attraverso una gestione comune sono molteplici: la presenza di habitat frammentati e inseriti in una matrice fortemente banalizzata; la conservazione di specie gravemente minacciate di estinzione; l’estinzione locale di specie chiave dell’ecosistema fluviale; la presenza di specie aliene invasive in forte competizione con le specie autoctone, che ne determinano in alcuni casi la scomparsa locale. A queste sfide si aggiunge l’assenza di un sentimento di identità comune tra i cittadini italiani e svizzeri che vivono lungo le sponde del Ticino, il cui sostegno e partecipazione alle attività di tutela della biodiversità serve a rafforzarne l’impatto e la durata nel tempo.
L’ottenimento di una gestione transnazionale della biodiversità del Corridoio Ecologico del Ticino viene promosso nel progetto attraverso un approccio multilivello: i) identificando uno strumento di governance transnazionale a partire dalla rete di aree protette svizzere e italiane del Ticino e degli enti territoriali con un approccio bottom-up; ii) tutelando specie animali rare e minacciate e habitat critici al fine di rafforzare il corridoio ecologico attraverso strategie e azioni coordinate e congiunte; iii) favorendo lo sviluppo di una identità comune tra i cittadini che vivono lungo il fiume Ticino in Italia e Svizzera. La gestione coordinata e cooperativa del corridoio ecologico del Ticino rappresenta una grande opportunità di cambiamento per il territorio, opportunità che nasce dagli sforzi di riqualificazione degli habitat e di tutela della biodiversità messi in atto sinora dagli enti territoriali di Italia e Svizzera e che costituiscono un trampolino di lancio verso un approccio sistemico, in cui gli attori italiani ed elvetici creano reti e sinergie per affrontare insieme le sfide correnti. Una opportunità di cambiamento resa ancora più concreta dal grande lavoro svolto da circa 30 enti svizzeri ed italiani (tra cui molti partner) tra il 2019 e il 2021 per la costruzione del “Piano di riqualificazione del Corridoio Ecologico del Fiume Ticino 2021-2031”. Questo Piano è stato sviluppato attraverso una Teoria del Cambiamento, ossia un processo partecipativo attraverso il quale partner e stakeholder articolano i loro obiettivi di lungo termine e identificano le condizioni che essi reputano necessarie per raggiungerli. Il Piano rappresenta il documento alla base dello sviluppo di ECO4TICINO.
Proprio l’applicazione della Teoria del cambiamento è uno degli elementi di originalità del progetto, in grado di guidare le decisioni gestionali del territorio nell’ottica di una promozione della visione transfrontaliera. Altre soluzioni innovative sono il coinvolgimento attivo degli attori locali tramite un approccio "bottom-up", la creazione di tavoli tecnici di esperti italiani e svizzeri per la gestione delle specie, interventi dimostrativi di riqualificazione degli habitat e la costruzione di una narrazione condivisa per coinvolgere attivamente i cittadini italiani e svizzeri nell'area del corridoio ecologico del Ticino. Queste soluzioni mirano a promuovere una gestione sostenibile del territorio e a favorire il coinvolgimento e la partecipazione attiva della comunità locale.
I principali output del progetto sono strumenti e strategie a supporto della gestione transfrontaliera della biodiversità, costruiti attraverso tavoli congiunti di lavoro, azioni dimostrative e analisi del contesto territoriale. Sarà rafforzata la capacità di gestione degli enti del territorio, specialmente riguardo agli aspetti di riqualificazione di habitat fluviali e perifluviali e di tutela delle specie più a rischio, e l’importanza di queste tematiche, unitamente alla narrazione di una identità territoriale comune, sarà promossa attraverso attività di coinvolgimento della cittadinanza e degli studenti di elementari e medie. Si prevede inoltre di creare sinergie a livello di macroregione alpina e attivare processi partecipativi e di ascolto deli stakeholder di tutti i livelli (cittadini, autorità locali, regionali e nazionali, cittadini, gruppi di interesse) al fine di ottenere maggiore sostegno alle attività e assicurare un impatto duraturo dei risultati.
OBIETTIVO
RSO 2.7 Rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi, anche nelle aree urbane, e ridurre tutte le forme di inquinamento.
Ottenere una gestione coordinata a livello transnazionale del corridoio ecologico del Fiume Ticino per la tutela della biodiversità, attraverso:
1. governance transnazionale sviluppata a partire dalla rete di aree protette svizzere e italiane del Ticino e degli enti territoriali;
2. tutela di specie chiave e rafforzamento del corridoio ecologico attraverso azioni coordinate e congiunte;
3. promozione di una identità comune tra i cittadini che vivono lungo il fiume Ticino in Italia e Svizzera.
CAPOFILA
Istituto Oikos ETS (Varese)
PARTNER
Fondazione Bolle di Magadino (Cantone Ticino)
Parco Lombardo della Valle del Ticino
Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore (Novara)
Associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana (Cantone Ticino)
Gestione Ricerca Ambientale Ittica Acque (Varese)
ELEADE Società Cooperativa a.r.l (Torino)
Provincia di Varese
Parco del Piano di Magadino (Cantone Ticino)
Fondazione Pro Lutra (Berna)
BUDGET
1.450.505,72 €
119.332,50 CHF (contributo svizzero)
RILEVANZA E CONTESTO
Il Fiume Ticino è il più grande corridoio fluviale dell’area di Programma che condivide ampiamente il suo bacino tra Svizzera e Italia ed è l’unico corridoio ecologico che mette in connessione le Alpi con gli Appennini. Quest’area, di grande valore per la tutela della biodiversità a livello di macroregione alpina, attraversa due regioni biogeografiche (Alpina e Continentale) ed è compresa fra il Cantone Ticino e le Regioni Lombardia e Piemonte. La rilevanza di questo corridoio fluviale e terrestre risiede nella presenza di una ricca molteplicità di habitat e specie animali e vegetali rare ed endemiche, alcune delle quali trovano in questo territorio uno dei pochi ambienti ancora esistenti per la sopravvivenza. La rilevanza dell’area è ancora maggiore se si considera il contesto in cui è inserita, a forte sviluppo economico ed infrastrutturale, con una matrice fortemente banalizzata e impoverita da urbanizzazione, rete infrastrutturale e alterazioni idromorfologiche (principalmente in CH).
La gestione di questo territorio è ad oggi frammentata e non coordinata; la presenza di molte aree protette di vario livello rappresenta al contempo un’opportunità per la tutela della biodiversità e un elemento di complessità nella gestione territoriale. In Italia, i parchi presenti sono tutti inseriti nella Riserva MAB UNESCO Ticino Val Grande Verbano, che rappresenta un’opportunità per l’attivazione di sinergie e la creazione di reti informative e di scambio. In Svizzera sono invece presenti, nell’area della foce del Ticino nel Lago Maggiore, una riserva naturale e un parco cantonale, le cui linee di azione sono coordinate.
La gestione dell’area necessita però un approccio che consideri i legami biologici ed ecologici a livello di paesaggio, considerando il corridoio ecologico come un unicum e non come composto da frazioni distinte di territori nazionali differenti. Se da un lato a livello istituzionale si sono create entità di coordinamento che considerano il territorio nel suo insieme, quali la RegioInsubrica o le Commissioni internazionali quali la CIPAIS, come pure la sottoscrizione di accordi e trattati internazionali tra i due Paesi, dall'altro il coinvolgimento degli enti territoriali preposti rimane regionale e nazionale. Gli enti territoriali presenti sui due lati del confine non dispongono di strumenti di collaborazione efficaci per la gestione delle problematiche relative al corridoio ecologico, quali la tutela della biodiversità, il rafforzamento della connessione ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Le sfide che gli attori territoriali italo-svizzeri devono affrontare attraverso una gestione comune sono molteplici: la conservazione di specie gravemente minacciate di estinzione a livello nazionale o globale; l’estinzione in tutto il corridoio ecologico di specie chiave dell’ecosistema fluviale a causa di modificazioni degli habitat, del sovra-sfruttamento o dell’uccisione diretta; la presenza di specie aliene invasive in forte competizione con le specie autoctone, che ne determinano in alcuni casi la scomparsa locale. A queste sfide si aggiunge l’assenza di un sentimento di identità comune tra i cittadini italiani e svizzeri che vivono lungo le sponde del Ticino, il cui sostegno e partecipazione alle attività di tutela della biodiversità serve a rafforzarne l’impatto e la durata nel tempo.
Una gestione coordinata e cooperativa del corridoio ecologico del Ticino rappresenta quindi una grande opportunità di cambiamento per il territorio, opportunità che nasce dagli ampi sforzi di riqualificazione degli habitat e di tutela della biodiversità messi in atto sinora dagli enti territoriali di IT e CH e che costituiscono un trampolino di lancio verso un approccio sistemico, in cui gli attori italiani ed elvetici del territorio creano reti e sinergie per affrontare insieme le sfide correnti. Questa opportunità di cambiamento è resa ancora più concreta dal grande lavoro corale svolto da circa 30 enti svizzeri ed italiani (tra cui molti partner) tra il 2019 e il 2021 per la costruzione del “Piano di riqualificazione del Corridoio Ecologico del Fiume Ticino”. Questo documento è frutto di intensi processi partecipativi e si basa su una Teoria del Cambiamento elaborata congiuntamente tra IT e CH. Questo lavoro altamente cooperativo ha portato alla firma di un Accordo di collaborazione per la costituzione di un tavolo di lavoro finalizzato a creare e rafforzare la governance transnazionale del corridoio ecologico del Fiume. Tale accordo, che formalizza la nascita dell'Iniziativa Ticino, è stato firmato nel 2021 dai principali enti territoriali italiani e svizzeri che operano nell’area, tra cui Canton Ticino, i Parchi del Ticino di Lombardia e Piemonte, Fondazione Bolle di Magadino, ERSAF, Provincia di Pavia e di Varese, FICEDULA, oltre a Istituto Oikos che ha coordinato e facilitato il processo per la stesura del Piano e con ruolo di segretariato per il coordinamento delle attività dell'Iniziativa.
Il progetto è basato su una Teoria del cambiamento sviluppata da circa 30 Enti italiani e svizzeri attraverso un articolato processo partecipativo svolto tra il 2019 e il 2021. Questo approccio applicato ad orientare le scelte gestionali di un territorio è particolarmente innovativo e promuove il raggiungimento di una visione transfrontaliera. Le sfide comuni e le relative soluzioni orientate ad ottenere i cambiamenti attesi sono di seguito dettagliate.
SFIDA. Governance per la tutela della biodiversità frammentata e non coordinata e mancanza di strumenti di collaborazione efficaci per la gestione delle problematiche relative al corridoio ecologico.
SOLUZIONI. 1. Mobilitare la rete degli attori attivi sul territorio (enti territoriali) tramite un processo "bottom-up" a partire dalla rete di aree protette svizzere e italiane presenti lungo il Fiume Ticino e sul Lago Maggiore per promuovere una nuova forma di gestione del corridoio ecologico - il processo sarà basato sulla valorizzazione dei network esistenti senza creare strutture ridondanti. 2. Attivare sinergie con la Riserva MAB UNESCO Ticino Val Grande Verbano e strutture alpine e le strategie nazionali della biodiversità di IT e CH.
SFIDA. Conservazione di specie gravemente minacciate di estinzione a livello nazionale o globale anche dalla presenza di specie aliene e estinzione locale di specie chiave a causa di modificazioni degli ecosistemi, del sovrasfruttamento o dell’uccisione diretta.
SOLUZIONI. 1. Coordinamento di gestione delle specie target a livello di paesaggio transfrontaliero con la creazione di un tavolo tecnico di esperti italiani e svizzeri. Il tavolo, traendo vantaggio dalle esperienze già effettuate sui due lati della frontiera (es. Life Gestire2020 per Austropotamobius pallipes e gestione astacidi alloctoni; protocollo CH per l’identificazione di fattori di pressione per Lutra lutra) potrà adottare, adeguandoli al contesto transfrontaliero, protocolli italiani o svizzeri già sviluppati e funzionali - non esistono attualmente tavoli di lavoro transfrontalieri che si occupano di queste tematiche nell’area. 2. Sperimentare soluzioni congiunte di tutela, gestione, miglioramento di habitat e ripopolamento delle specie target sui due lati della frontiera, anche valutando la possibilità di scambio di soggetti idonei al ripopolamento provenienti da allevamenti italiani e svizzeri per il miglioramento della struttura genetica delle popolazioni. 3 Valutare l’idoneità del corridoio ecologico e del contesto socio-economico per il ritorno della lontra eurasiatica, specie estinta a livello locale, e identificare le strategie migliori per mitigare le minacce esistenti che impediscono la ricolonizzazione dell’area.
SFIDA. Presenza di habitat frammentati inseriti in una matrice urbanizzata e impoverita.
SOLUZIONI. 1. Attuare interventi dimostrativi di riqualificazione per le specie target; 2. Valorizzare le esperienze degli enti territoriali italiani e svizzeri sulla riqualificazione di habitat chiave per le specie analizzando punti critici e di forza e promuovendo una formazione peer-to-peer anche per orientare sforzi futuri; 3. Promuovere la formazione sui temi del ripristino degli ecosistemi per la tutela della biodiversità verso tecnici delle amministrazioni pubbliche, cittadini e studenti.
SFIDA. Assenza di un sentimento di identità comune tra i cittadini italiani e svizzeri che vivono nell’area del corridoio ecologico del Ticino e scarso sostegno alle attività di tutela della biodiversità e del miglioramento della funzionalità degli ecosistemi.
SOLUZIONI. 1. Costruire una narrazione comune per il corridoio ecologico e promuoverla tra la cittadinanza di Italia e Svizzera attraverso specifici percorsi educativi e il coinvolgimento diretto in azioni di tutela.
GRUPPI TARGET
Autorità pubblica locale
Autorità pubblica regionale
Autorità pubblica nazionale
Cittadini
Centro di istruzione/formazione e scuola
Gruppi di interesse incluso ONG
PIANO DI LAVORO
Governance: ottenere strumenti e strategie a supporto di una gestione transnazionale del corridoio ecologico del Ticino per la tutela della biodiversità.
Habitat: migliorare lo stato di conservazione di habitat chiave per le specie target.
Specie: favorire il ritorno di popolazioni riproduttive di specie localmente estinte e migliorare lo stato di conservazione delle specie minacciate di estinzione.
RISULTATI
Si prevede che, con la creazione dei tavoli di lavoro transnazionali di governance del corridoio ecologico e di tutela e gestione delle specie target, tutti gli enti che fanno parte del partenariato proseguano la collaborazione dopo la conclusione del progetto.
Circa 25 persone appartenenti a enti partner, organizzazioni associate e aree protette della Riserva MAB Ticino Valgrande Verbano parteciperanno a entrambi i giorni del workshop transnazionale sui temi del ripristino degli habitat fluviali e perifluviali. Almeno 15 tecnici delle amministrazioni dell'area di progetto e liberi professionisti completeranno il corso di e-learning proposto.
I protocolli di monitoraggio delle specie target elaborati dal tavolo transnazionale saranno applicati durante il progetto. Si prevede che il protocollo di gestione degli astacidi alloctoni, la strategia transfrontaliera di gestione del gambero d'acqua dolce e i protocolli di ripopolamento di A. pallipes e di Emys orbicularis siano attuati o potenziati da almeno un ente del partenariato entro un anno dalla conclusione del progetto.