Inizio progetto gennaio 2025
SINTESI
Le Alpi celano un gran numero di siti archeologici di differenti epoche, a partire dalla Preistoria sino all’Età Moderna. Oltre a quelli più noti, posti spesso a quote non elevate e dotati di un apparato di valorizzazione ben sviluppato e attrattivo per popolazione locale e turisti, vi è tutta una serie di siti spesso invisibili se non a un occhio esperto, posti, per vari motivi, al di fuori dei circuiti turistici tradizionali.
Si tratta di siti posti in zone meno frequentate o di difficile accesso, o ancora di aree che presentano poche vestigia visibili, non presidiate per le quali non è quindi possibile prevedere la presenza di materiali informativi o di un accompagnamento durante la visita.
La definizione di una strategia di valorizzazione e comunicazione per tali siti è fondamentale per la loro salvaguardia e promozione, garantendone la conoscenza e la fruizione da parte di diverse categorie di pubblico, a partire dai ragazzi delle scuole, passando per gli appassionati di montagna, le guide escursionistiche, arrivando sino agli specialisti del settore culturale. Nonostante le attività di ricerca condotte negli ultimi anni, resta ancora molto lavoro da fare per un loro più preciso inquadramento cronologico e tipologico che si possa tradurre in una più chiara e immediata comunicazione al grande pubblico, anche in assenza di strutture o evidenze antiche che ne svelino subito la presenza.
Un caso particolare è sicuramente quello dei siti militari di alta quota di età tardo-repubblicana e augustea, che si sviluppano lungo tutto l’arco alpino e sui quali, ormai da diversi anni, lavorano congiuntamente gli archeologi vallesani e valdostani. Grazie a una proficua collaborazione è stato infatti possibile censire, indagare e studiare numerosi contesti archeologici, che sono stati definiti come postazioni militari romane di controllo del territorio; altri ancora, per ora solo noti, saranno oggetto di attente e scrupolose indagini, per essere innanzitutto preservati e tutelati e, di conseguenza, comunicati a un pubblico sempre più vasto di amanti rispettosi della montagna.
Il progetto intende valorizzare tali siti per ampliare l’offerta turistica dei territori montani, promuovendo un atout culturale unico, dove la storia si scopre tra la natura e le linee degli incredibili paesaggi d’alta quota.
Una proposta culturale che integra l’offerta più consolidata delle attività outdoor e del turismo invernale, ponendo l’attenzione alla necessità di destagionalizzare i flussi e offrire attività alternative di frequentazione della montagna in un momento di transizione dettato dal cambiamento climatico.
In questa direzione, prima ancora di costituire un atout turistico, l’indagine sugli insediamenti passati offre nuovi spunti di riflessione alle comunità locali sulle potenziali evoluzioni dell’abitare e del vivere gli spazi montani.
OBIETTIVO
RSO 4.6 Rafforzare il ruolo della cultura e del turismo sostenibile nello sviluppo economico, nell'inclusione sociale e nell'innovazione sociale
Aumentare l’attrattività del territorio transfrontaliero valdostano e vallesano attraverso la valorizzazione dei siti archeologici di montagna, in una logica di promozione turistica sostenibile del territorio, attenta alle specificità storiche, culturali, ambientali, paesaggistiche e alle sfide dell’adattamento al cambiamento climatico che accomunano i due contesti.
CAPOFILA
Regione Autonoma Valle d'Aosta - Région Autonome Vallée d'Aoste
PARTNER
Office cantonal d’Archéologie - Département de la santé, des affaires sociales et de la culture - Canton du Valais
Office Régional du Tourisme de la Vallée d'Aoste – Ufficio Regionale del Turismo della Valle d'Aosta
Fondazione Maria Ida Viglino per la cultura musicale (Aosta)
Centre interdisciplinaire de recherche sur la montagne - Institut d’archéologie et des sciences de l’Antiquité - Université de Lausanne (Cantone Vallese)
Association Recherches archéologiques du Mur (dit) d’Hannibal (Cantone Vallese)
BUDGET
1.218.546 €
200.000 CHF (contributo svizzero)
RILEVANZA E CONTESTO
Il settore turistico è uno dei principali traini dell’economia del Vallese e della Valle d’Aosta. I due territori hanno una vocazione turistica consolidata, con rinomate stazioni sciistiche, punte di diamante del turismo invernale ed estivo delle Alpi, specializzate nello sci alpino, con numerosi impianti di risalita e molti chilometri di piste. Un modello che, tuttavia, inizia a evidenziare una crescente vulnerabilità a fronte dei cambiamenti climatici in atto. Se il riscaldamento globale è destinato a colpire in maniera crescente il turismo invernale alpino, si aprono nuove prospettive per l’atteso spostamento dei flussi turistici verso maggiori latitudini e altitudini nei periodi estivi e per la progressiva maggiore attrattività dei mesi primaverili e autunnali (cfr. Piattaforma nazionale IT adattamento cambiamenti climatici). Uno spostamento degli equilibri già in atto nel periodo post-pandemico, durante il quale il turismo ha fatto registrare una forte ripresa, mettendo in luce nuove tendenze quali il consolidamento del turismo locale, di prossimità, e l’aumento della domanda di soggiorni incentrati sull’outdoor e una rinnovata attenzione all’ambiente (ecoturismo).
Il presente progetto ha quindi l’obiettivo, attraverso la valorizzazione dei siti archeologici diffusi sul territorio, di rafforzare nel contesto montano un’offerta turistica culturale, complementare rispetto ai prodotti attualmente più consolidati. Il progetto offre una concreta opportunità per delocalizzare i flussi, dalle località più note ai territori meno conosciuti, e destagionalizzare le presenze, dai picchi estivi e invernali ai mesi di minore affluenza.
La sfida che i partner affrontano con il progetto è quella di mettere al centro dell’attenzione un patrimonio storico-culturale nascosto che, seppur di grande interesse, è, di fatto, invisibile agli occhi dei più. Se, infatti, il Vallese e la Valle d’Aosta hanno su tutto il territorio numerosissime tracce di un passato comune che, dalla preistoria all’età romana, fino ai castelli e alle fortificazioni di epoche più recenti, testimoniano di una storia condivisa dalle due comunità, i flussi turistici sono catalizzati sui grandi attrattori culturali. Sono esemplificativi, in questo senso, i parchi archeologici di Saint-Martin-de-Corléans e di Sion, i circuiti romani cittadini di Aosta e Martigny, nonché i maestosi castelli, i chiostri e le abbazie. Il pubblico mosso da motivazioni culturali è quindi orientato verso musei, centri urbani e altre vestigia, dove le tracce del passato sono, non solo visibili, ma anche “musealizzate”, raccontate e vissute, attraverso esperienze sempre più immersive, dai visitatori.
La presente proposta progettuale intende invece operare in quei siti, capillarmente diffusi sul territorio transfrontaliero, nei quali i segni del passato sono di più difficile lettura: si tratta di luoghi lontani dagli attuali centri abitati, a quote medie e alte, dove la natura ha ripreso il sopravvento e le tracce della precedente attività antropica sono rinvenibili solo ad occhi esperti. Queste aree rappresentano un potenziale ancora largamente inesplorato a fini turistici. La difficoltà di accesso, lettura e comunicazione delle loro specificità, li rende, al momento, “invisibili” al pubblico, un’invisibilità che il progetto intende svelare, trasmettendo alle comunità locali e ai visitatori, la meraviglia di tali luoghi attraverso la storia degli uomini e delle donne che li vivevano. Un esempio particolarmente significativo di tali insediamenti è costituito dai siti militari in alta quota, riconducibili a postazioni / accampamenti militari di epoca romana (tardo-repubblicana e augustea) per il controllo del territorio alpino occidentale e per l’asservimento dei Salassi. Su tale tematismo il progetto intende condividere i risultati con la comunità scientifica, allargando il campo ad altri territori delle Alpi potenzialmente interessati dalla stessa tipologia difensiva.
Oltre alla rete dei siti militari d’alta quota, in Valle d’Aosta il progetto valorizza ulteriori siti, di diverse epoche e a quote più basse, per raccontare diverse tipologie insediative e raggiungere una porzione di territorio, quella della media montagna, interessata da nuove offerte di turismo di scoperta, lento e sostenibile.
Il progetto propone un approccio trasversale, multisettoriale, alla valorizzazione dei siti, che si genera dal dialogo partenariale, che vede il lavoro congiunto delle due strutture -cantonale e regionale- deputate alla tutela e conservazione dei siti, con l’Università di Losanna (Centre interdisciplinaire de recherche sur la montagne e Institut d’archéologie et des sciences de l’Antiquité)) e l’Associazione RAMHA, al quale si aggiungono le expertise di comunicazione e valorizzazione turistica dell’Ufficio regionale del turismo della Valle d’Aosta e le competenze artistiche della Fondazione Maria Ida Viglino per l’educazione musicale. Piani, linguaggi e punti di vista diversi (scientifico, promozionale e artistico) che si interconnettono per una strategia a 360° di valorizzazione dei siti archeologici diffusi del territorio montano.
L’obiettivo è di ottimizzare l’impatto che i siti archeologici diffusi possono avere sull’economia del territorio, combinando al meglio gli atout culturali e naturalistici che caratterizzano questi luoghi, per arricchire l’esperienza dei visitatori della montagna, siano essi interessati prioritariamente al trekking, alle attività outdoor o alle esperienze culturali o, ancora, alla partecipazione ad eventi.
GRUPPI TARGET
Cittadini
Educazione superiore e organizzazione di ricerca
Autorità pubblica locale
PMI
PIANO DI LAVORO
Approfondimento conoscitivo: aumentare le conoscenze sui siti archeologici diffusi sul territorio alpino, che risultano di più difficile lettura. Il WP fornisce le conoscenze funzionali alla costruzione degli strumenti di sensibilizzazione e di valorizzazione. Il principale oggetto di indagine è costituito dai presidi militari d’alta quota. Si tratta infatti di una tipologia di siti poco indagata, rispetto alla quale l’esperienza svizzera ha elaborato una metodologia di indagine utilmente sperimentata in Valle d’Aosta in un numero di siti limitato con esiti promettenti. L’obiettivo è quindi quello di censire e indagare i siti del territorio, allargando il perimetro delle prospezioni di superficie e dei sondaggi ad altre porzioni di territorio d’alta quota potenzialmente interessate da insediamenti o transiti. A questa rete si aggiungono, per parte valdostana, le indagini su ulteriori tre siti di media montagna, funzionali ad ampliare il raggio d’azione del progetto ad ulteriori tipologie insediative.
Siti archeologici alpini: istruzioni per l’uso. Promuovere una corretta interpretazione e fruizione dei siti archeologici di montagna costituisce una sfida importante. L’obiettivo è di valorizzare al meglio il bagaglio di informazioni e la storia che tali siti celano, preservando le vestigia archeologiche, l’ambiente, il paesaggio e la natura di cui fanno parte integrante. Trattandosi, per la quasi totalità, di siti la cui storia si interconnette, mettendo in relazione spazi ed epoche, è particolarmente rilevante creare delle dinamiche di rete, in una logica di “museo diffuso”, non solo per contestualizzare il singolo sito, ma soprattutto per creare una massa critica in grado di suscitare l’interesse del pubblico.
Esperienza oltre la conoscenza: sperimentare un approccio esperienziale ai siti, che vada al di là della fruizione dei suoi contenuti scientifici per migliorare la capacità di attrarre visitatori e creare così un volano economico di cui operatori e popolazione residente possano beneficiare. A tal fine si intende promuovere un approccio culturale interdisciplinare, che utilizzi diversi linguaggi artistici (musica, teatro, letteratura, sport …), in grado di ibridare esperienze di archeologia sperimentale con eventi culturali e sportivi.
RISULTATI
Visitatori dei siti culturali e turistici beneficiari di un sostegno.
Dopo l'attuazione del progetto i partner tecnico-scientifici continueranno il percorso di costruzione della rete dei siti militari di epoca tardo repubblicana/augustea con la finalità di estendere la stessa a tutto l'arco alpino.
La realizzazione di un percorso di sensibilizzazione congiunto (IT-CH) per la corretta fruizione dei siti archeologici diffusi del territorio montano (95 partecipanti che portano a termine la formazione).